domenica 24 giugno 2012

BASTA CHE FUNZIONI


Nel vestire maschile si è scoperto quello che per l’architettura moderna e contemporanea è un principio base: il bello non può prescindere dal funzionale. Da Bottega Veneta il direttore creativo Tomas Maier per la sua collezione parte  dal pullover “una forma molto semplice che si infila dal capo”.  E funzionali sono i morbidi blouson in pelle con cappuccio, le giacche-camicie doppiopetto, i completi cardigan-pantalone  dove gli stampati sono anche  del mondo femminile, ma delavé, scoloriti, irriconoscibili. Le scarpe, alte sino alla caviglia, sono leggere e flessibili  come calze, le borse a tracolla si adattano al corpo.
 Bottega Veneta

 Ermanno Scervino
Molta maglieria nella collezione di Ermanno Scervino  dove i capi sono studiati per poter essere abbinati in mille modi diversi.  Le giacche sono in tessuto stropicciato, perfette per chi viaggia  e quindi razionali. I pantaloni sono dei chinos, quindi comodi, ma dal taglio sartoriale. Le maglie di mohair sono doppiate di jersey, ideali per sere con brezze. 
Che la maglieria sia un punto forte dell’abbigliamento funzionale lo conferma Les Copains , dove lo stilista Alessandro Baldi attinge   dagli archivi della maison i capisaldi di un certo modo di vestire e  li attualizza nei colori o nei tagli. Il jersey per la sua vestibilità è uno dei materiali preferiti da Dirk Bikkembergs, che continua a studiarne dei nuovi guardando al mondo dello sport.
 Dirk Bikkembergs
Daks, pur di proporre capi easy e confortevoli, prende perfino  dalla sera. I pantaloni da smoking con banda in raso si trasformano in bermuda, la camicia con plastron, realizzata in garza di cotone, diventa per tutti i giorni.  Vari i trench in tessuti impermeabili e termosaldati.    Freschezza e confort sono i punti chiave da Rocco Barocco, dove i colori pastello sono dominanti. Pantaloni ampi o corti, completi con giacche asciutte ma morbide. Ai piedi stringate di tela o  poi molti cappelli, panama coloratissimi, fondamentali per difendersi dal sol leone.
Perfino Vivienne Westwood  rinuncia al coup-de-théatre fine a se stesso, ma ha verve abbastanza per non cadere nello standard-uniformato. I tagli sono indiscutibili, i tessuti quelli    tradizionali dell’estate ,popeline di cotone, fresco di lana e seta. Il tocco Westwood è nelle stampe e nei colori,  ispirati all’atmosfera bohemien del più famoso pic-nic “Le déjeuner sur l’Herbe” di Manet.

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