Boom, Pitti Bloom è il tema della novantaduesima edizione
del salone fiorentino della moda maschile. Ma, al contrario di quello che ci si aspetta, i fiori che sbocciano non sono né vistosi, né barocchi. Sono piuttosto immaginati,
sognati, visti attraverso il velo di una personale interpretazione. Solo i
fiori graffiti sul muro rosa dell’entrata sono in tinte accese. Gli altri sulle
bandiere (o vele?) che sventolano nel piazzale della Fortezza sono sfumati nei
toni e nei contorni. I fiori, fortunatamente,
non sono una tendenza per il nuovo maschio. Simboleggiano il fiorire di idee.
Fiori, comunque, sono sui capi degli studenti dell’Istituto Marangoni, che hanno
sfilato nell’ex Banca di Roma. Eccoli in mazzo, stampati a sorpresa sul retro di una
giacca, uno solo che attraversa un eccentrico giustacuore a righe. Stilizzati
quelli sulle giacche in tessuto-tappeto. I volti dei giovani creativi sfilano sullo schermo al fondo della
passerella, solo apparentemente immobili.E ne raccontano l’entusiasmo. Fiori
sono anche sulle calze di Bresciani, che questa stagione abbandona le scritte
di attualità e punta sulla ricerca di nuovi filati. Ricerca continua da Brunello Cucinelli, i cui
punti forti sono vestibilità, colore,
dettagli. Giacche asciutte quasi in contrasto a pantaloni non aderenti, con
pinces. Come colori, oltre i soliti blu e beige, il rosso, l’arancione, il viola e il verde militare, mai abusato.
Impunture e fodere particolari e caratterizzanti. Per un tipo di abbigliamento
che non è mai troppo formale, né mai troppo sportivo. Anche per Paolo Pecora i materiali sono
importanti e soprattutto I finissaggi. L’obiettivo raggiunto sono capi
confortevoli, ma di ottimo taglio. Come la giacca in jersey, sartorialmente
perfetta, ma con la vestibilità di un pullover, il completo realizzato con la
felpa da tuta, la maglia apparentemete classica ma con il dettaglio del polsino
con bottone. Fra le novità, disegnate sempre dal giovane Filippo, figlio di
Paolo, la capsule collection di dieci pezzi per Champion, storico marchio americano del 1919. Borsalino rivede i
pezziforti degli anni 50 e 60, e crea dei panama in paglia dell’Ecuador,
considerata la migliore, con cinte in colori brillanti, in tessuto cravatta e
anche in caimano. Hugo (di Hugo Boss) sfila
sia con l’uomo che con la donna nei cortili della ex Manifattura
Tabacchi, straordinario edificio di architettura razionalista anni 30.Con
effetti speciali alle finestre (foto al centro), una passerella con disegni tattoo, un grande
albero con lanterne. L’ispirazione della collezione è il simbolismo vudù
filtrato dalla grafica di Basquiat. Un mix equilibrato di sartoriale e non convenzionale.
Materiali nuovi e inediti combinati a forme vintage e viceversa, Sull’organza disegni a mano realizzati in
gomma. Lanerossi racconta la sua storia, in una mostra alla Limonaia di
Villa Vittoria, attraverso il materiale pubblicitario, dai primi manifesti e le
pubblicità di Armando Testa, Pino Tovaglia, Severo Pozzati ai Caroselli degli
anni 50. Christian Louboutin, lo stilista parigino delle scarpe con suola rossa,
ha organizzato in piazza Santa Maria Novella un torneo di Bike Polo, con otto
squadre provenienti da quattro Paesi del mondo (foto in alto).
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