Nessun computer, anche con il migliore programma di
scrittura potrebbe dare lo stesso effetto.
Il piacere di tenere in mano l’oggetto, magari lasciandoci sfuggire di succhiarlo
leggermente sulla punta è insostituibile. L’entusiasmo di scrivere una lettera
d’amore con una penna, è inimmaginabile.
Solo chi l’ha provato può capirlo. La frase più melensa, ridicola, goffamente
plateale, difficilmente credibile anche per romantici destinatari adolescenti (“Senza
di te la vita non ha senso”, “Per te farei qualunque cosa”, “Non ho mai amato
nessuno come te”) scritta con quel tratto imperfetto dell’inchiostro diventa
degna del poeta più creativo e convincente. E’ ovvio che non si sta parlando di
una penna qualsiasi, tipo Bic, per quanto geniale invenzione. Ma di
stilografiche o di roller, versione contemporanea penarreloide, meravigliosi
miti, che molti dei nativi digitali, neanche loro più giovanissimi, non hanno mai
provato. Fortunatamente c’è chi coltiva una passione per questi oggetti da
wunderkammer e soprattutto c’è chi li costruisce, potendo contare su un
mercato. Di nicchia sicuramente, ma autentico e non virtuale. Sono diventati dei pezzi rari, spesso
dedicati a personaggi, divi del cinema o teste coronate. L’uscita non è frequente, annuale o
addirittura più rarefatta.
La penna-mito del 2014 è stata creata dalla Graf
Von Faber Castell, gloriosa fabbrica nata a Stein (Norimberga) nel 1761 e, per
non smentirsi,è dedicata a Caterina la Grande. Il riferimento non è casuale e
nemmeno soddisfatto semplicemente dalla
presenza, per altro normale nell’oggetto, di oro. E’ un omaggio al palazzo di
San Pietroburgo, dove la sovrana russa viveva. Nel suo fusto sono incastonate tre
pietre di diaspro bruno-rossastro che richiamano i colori delle sale barocche.
Esiste in versione platino e con doratura a 24 carati. La stilografica è in
1000 esemplari, il roller solo in 300. C’è poi una versione speciale, solo in 150 esemplari e 30 per il
roller, con rosette in oro 24 carati
incastonate a mano e sul cappuccio due quarzi
gialli. Il pennino è in oro, ça va sans dire, 18 carati, ma bicolore e inciso a
mano. La stilografica costa 7 mila euro, il roller 6 mila 700. Ovviamente chiavi in mano. Non sono previsti rottamazione
dell’usato, né pagamento rateale.
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