venerdì 6 giugno 2025

DESIGN CONTEMPORANEO, ANZI DATATO

Mobili e oggetti di arredo di più di un secolo fa, perfettamente assimilabili a pezzi di ultimo design, sono in mostra da domani al Vitra Design Museum di Basilea. Un museo che non solo è una garanzia per la scelta delle mostre, ma un luogo dove si ha sempre voglia di tornare per la meraviglia delle installazioni permanenti, che creano una delle più rappresentative sintesi del miglior design dal Novecento a oggi. Questa ultima esposizione dal titolo The Shakers. A world in the Making ne è un esempio felicissimo. Non solo per il design, ma perché fa conoscere un’interessante realtà che data del 18esimo secolo.





 

Quando la comunità degli Shakers, nata in Inghilterra, nel 1774 emigra nelle colonie americane, dividendosi in 18 gruppi, dal Kentucky al Maine.  Sono circa seimila persone, che portano avanti una religiosità basata sul lavoro e l’uguaglianza, estesa al modo di vivere. Anche la costruzione di un mobile, di una scatola o di un attrezzo per coltivare la terra è un atto religioso. Vivono in comunità, rispettando il celibato. Uomini e donne lavorano insieme, ma dormono separati. Per questo ora gli Shakers sono ridotti a pochissime unità, si parla addirittura di due. Ci sono dei bambini, si vede dalle foto dell’epoca e dalle culle, ma sono orfani che vengono adottati dalle diverse comunità. I pezzi esposti autentici sono circa 150 e provengono, per la maggior parte, dallo Shaker Museum in Chatham, New York. I mobili, per  lo più in legno, hanno un disegno essenziale oltre a una precisa funzione e la mostra vuole proprio mettere in rilievo questa caratteristica di contemporaneità. Ci sono attrezzi da giardino, culle non solo piccole per neonati, ma grandi per gli adulti gravemente  malati. Molta attenzione è data al benessere e alla salute e ad aiutare le persone “diverse”. Ecco quindi la sedia a rotelle che può essere anche a dondolo. Lo scarponcino ortopedico con tacco alto per gli zoppi e una serie di medicinali a base di erbe. La funzionalità è l’elemento comune: dalle scatole-contenitori di vario tipo in legno, al piccolo scaffale  con piani ravvicinati per raccogliere i giornali. C’è una radio, ci sono macchine da cucire, cassettiere, tavoli per scrivere, stufe che servono per riscaldare gli ambienti, ma anche i ferri da stiro.  Oltre a  capi di abbigliamento, cappe in lana e cuffie che ricordano  quelle usate dagli Amish, con cui gli Shakers, a detta dei curatori, non hanno avuto mai punti di contatto. E’ ricostruita anche una casa in legno di uno strano azzurro, con lunghe panchine per gli incontri della comunità. Ma ci sono anche foto di case a più piani, costruite dagli Shakers. A completare la mostra una sala dedicata alla musica.  Oltre a un metronomo, a un piano-violino e a un libro di inni, il video Power dell’artista e coreografo Reggie Wilson, fondatore del Fist & Heel Performance Group, che con l’esibizione dei suoi ballerini vuole raccontare il legame delle danze degli Shakers con quelle degli afro americani. La mostra, organizzata dal Vitra Design Museum, dal Milwaukee Art Museum, dall’Institute of Contemporary Art Philadelphia e dalla Wustenrot Foundation in collaborazione con lo Shaker Museum, chiude il 28 settembre

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