Si concludono oggi il Miart e la Milano Art week. Non solo quindi l’esposizione a Fiera Milano, ma una sere di mostre, incontri in tutta la città (80 appuntamenti solo per Art Week). L’arte non è più riservata ai collezionisti, o da avvicinare a distanza nei musei. Sempre più forte il rapporto tra privato e pubblico, capaci di lavorare bene insieme. Numeri in crescendo per quanto riguarda il Miart e il termine usato nella musica di crescendo è, a ragion veduta, il titolo di questa ventisettesima edizione. 169 gallerie partecipanti più del 10% rispetto al 2022, provenienti da 27 paesi, che significa il 40% in più di espositori internazionali rispetto alle altre edizioni.
Fotografia (da Man Ray agli anni ’60 raccontati dagli scatti di Ugo Mulas) pittura, scultura, ceramica, arredi i temi. Suddivisi, come sempre, in tre sezioni: Emergent, dedicato a 26 giovani gallerie, Established con 133 gallerie e opere che vanno dal XX secolo al contemporaneo e Decades con i progetti speciali di dieci gallerie che propongono lavori dagli anni dieci del 900 agli anni dieci del Duemila. In più, come al solito, una parte dedicata alle riviste di settore e ai libri d’arte. Proposte quindi per tutti i gusti e tutti i modi di affrontare l’arte. Presentazioni molto interessanti per Established. Richiedono un’osservazione più accurata e più tempo, largamente ricompensati. Per Emergent sono il primo impatto e la sorpresa il criterio e l’elemento trainante. Così le sculture di visi stralunati con gli occhiali di MRZB, collettivo di artisti italiani basati ad Amsterdam, alla galleria romana Baleno International (foto in alto). O l’inquietante animale morente in plastica del canadese Dan Vogt, presentato dalla galleria viennese Shore. Non mancano i coup-de-théâtre anche tra gli Established, così i coccodrilli in tessuto a quadri dell’ Osart Gallery di Milano e l’allestimento della galleria Francesco Pantaleone, a Palermo e a Milano, con la stanza che si riflette (foto al centro). O ancora Vivir es caminar di Rafael Canogar allo Studio Gariboldi di Milano (foto in basso). Novità di questa edizione il collegamento con il cibo, sempre per un maggiore coinvolgimento. Quindici opere sono state esposte nei ristoranti di dieci chef stellati.
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