Non può essere l’unica motivazione per un viaggio a Parigi, ma per chi conosce già la reggia di Versailles può essere un’ottima ragione per tornarci. E’ una mostra di scultura all’aperto che, inaugurata il 19 giugno, prosegue fino al 10 ottobre. Da vedere cinquanta opere dei Lalannes, cioè Claude e François Xavier Lalanne, coppia nella vita e nel lavoro. Le sculture, mai esposte così tante in un’unica rassegna, sono posizionate in un percorso che va dal Petit Trianon all’Amleto, piccolo castello costituito da vari edifici rustici, sulle rive di un laghetto. E' una parte del parco che, insieme alle due costruzioni, fu regalata da Luigi XVI a Maria Antonietta, desiderosa di ritirarsi in un luogo dove sfuggire all’etichetta di corte. Un giardino decisamente insolito, in uno stile anglo-cinese con grotta, cascata e piante rare che rispondevano a una concezione della natura ispirata a Jean-Jacques Rousseau. Le opere dei Lalannes si inseriscono perfettamente nel contesto. Rappresentano animali visti con un occhio fra il surreale e il poetico e una buona dose di humour, come suggeriscono anche i titoli.
Ecco davanti al Trianon Le lapin à vent con le orecchie come capelli al vento e una corporatura che ricorda quella di un pesce. Ai bordi del lago c’è la serie Des nouveaux moutons, la famigliola con mamma pecora, papà montone e il piccolo agnello. Con lo sfondo del Trianon, ma da una diversa angolatura La Choupatte, un cavolo con le zampe da gallina. Ci sono poi Wapiti, un particolare cervo del Nordamerica, un asino intitolato L’âne bâté, traduzione francese del nostro schiappa e poi degli enormi orsi. Molti i riferimenti al surrealismo, ma anche all’artigianato francese e al barocco. Tra i pezzi più famosi dei Lalannes, non presenti qui, c’è il Rhinocrétaire un rinoceronte trasformato in scrivania o ancora Gorille de Sureté, un gorilla che nasconde una cassaforte.
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