QUANDO LE CORBUSIER ERA JEANNERET
Chi non è convinto che "viaggiare apre la mente" o pensa sia solo una frase fatta dovrebbe vedere I disegni giovanili di Le Corbusier 1902-1916 al Teatro dell'architettura di Mendrisio, all’interno del Campus dell’accademia di architettura-Università della Svizzera italiana, dal 19 settembre fino 24 gennaio 2021. Nella mostra, curata dalla storica dell’arte francese Danièle Pauly, schizzi, gouaches, acquerelli, disegni che Charles Edouard Jeanneret, futuro Le Corbusier, realizzò dall’età di 15 anni. Sono ritratti, nature morte, nudi femminili, studi di animali e di alberi, ma soprattutto paesaggi, edifici, dettagli di palazzi. Raccontano i viaggi del giovane Jeanneret, fra il 1902 e il 1907 quando ancora pensava di seguire la vocazione di pittore e frequentava l’Ecole des arts appliqués di La Chaux-de-Fonds, suo luogo di nascita, il soggiorno dal 1908 al 1909 a Parigi, fino al ritorno in Svizzera dal 1912 al 1916, quando comincia l’attività di architetto. Si passa dai frammenti di un tappeto alla moschea di Istanbul e le barche sul Bosforo. Dalla veduta di una strada e del castello di Praga a un paesaggio con montagne azzurre. Da una veduta di Corfù a palazzi e chiese italiane, con una particolare attenzione al medioevo. Dagli studi sulle vetrate di Notre Dame a Parigi all’Acropoli di Atene e le colonne del Partenone. Come ha fatto notare Mario Botta, progettista del Teatro dell’architettura nonché presidente della Fondazione Teatro dell’architettura, specie nei disegni delle colonne del Partenone si percepisce quasi un’ossessione per i dettagli architettonici. In certe opere sembra di poter individuare come sia avvenuto il passaggio, se così si può dire, da pittore ad architetto. Curato l’allestimento, che utilizza i colori della palette creata da Le Corbusier e che un’azienda svizzera ancora produce, come ha ricordato Marco Della Torre che ha collaborato con Danièle Pauly. Accanto alle opere, in un percorso cronologico, solo dei numeri per far riferimento a un piccolo catalogo con i titoli e l’anno di realizzazione e la collezione da dove provengono. Una mostra, come ha detto Riccardo Blumer direttore dell’Accademia, ideale per riaprire l’università agli studenti dopo il lockdown, dato che fa capire come sia maturata la vocazione di architetto di Le Corbusier quando aveva la loro età. Completa l’esposizione la rassegna Living Le Corbusier, a cura di Silvia Robertazzi e Marco Della Torre, in collaborazione con Milano Design Film Festival. E’ una selezione di film di registi francesi, italiani, svizzeri, tedeschi, sul grande architetto, tra cui quello sulla città indiana di Chandigarh, da lui progettata, realizzato da Alain Tanner.
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