Certo
la visione di Milano dal 39° piano, in una giornata tersa, distraeva un po' dai
capi. Ma presentare la collezione sul
terrazzo del Palazzo della Regione, al di là della spettacolarità, ha una ragione
per Eleventy. Come ha spiegato il
direttore creativo Marco Baldassari (nella foto in basso tra i modelli) il brand
rappresenta lo stile milanese da
esportare nel mondo, che non significa solo vestire ma anche stile di vita. E
il luogo è coerente. La giacca sartoriale si abbina al jeans stracciato o al
chino. I tessuti classici si contaminano con quelli dello sport. L’abito è
indossato con la felpa. La cravatta si porta sulla camicia in denim. Sabbia, grigio
con flash di blu e rosso, i colori. Anche Santoni sceglie una location molto milanese, ma diversa: Giacomo Rosticceria. Espone le scarpe nella
bacheca di vetro sul
banco e offre panini con gelato e mortadella. Dalla milanesità al percorso del
Mandala di Etro, dove i temi sono sostenibilità, biodiversità e amore per la
natura, che Kean Etro ha sempre sostenuto. Si cammina su scarti di moquette
usati nelle sfilate, tra bambù e
palme recuperati a Km zero. Si
incontrano l’erborista, l’agricoltore,
il biologo, il giardiniere. Si guarda i documentari di Thomas
Torelli. Nella collezione i tessuti sono sostenibili, come quelli ottenuti dai gambi di ortica
per i pantaloni o dalla rafia per parka
e bomber. Car Shoe propone un mocassino
con il logo, ma lo chiama con ironia unbranded.
Debutto alla fashion week per Big Uncle, brand creato nel 2014 da Sabino Iebba
e Riccardo Moroni, che utilizza cotoni e lino con nylon e materiali tecnologici. Le giacche-camicie
allacciate fino al collo, hanno ai
polsi cinturini con velcro. Tabacco,
grigio e pastello i colori, su cui spiccano termo-nastrature esterne e interne
in tonalità accese (foto a destra, in alto). Una collezione donna con qualche uscita maschile
quella di Vìen, disegnata da Vincenzo Palazzo. Nelle righe e nei colori, forte
l’influenza degli abiti dei Masai. Si ispira al Tibet Wolf Totem che apre la
passerella con inquietanti ululati e uomini con maschere di lupo in una specie
di gabbia. Lo stilista, Colin Jiang, cinese di Hong Kong, applica su T-shirt,
giubbotti, capi in plastica e pelle, ricami e dipinti dei tatoo e delle maschere
della tradizione in cui predomina appunto il lupo (foto a sinistra in alto). Palm Angels sfila al
tramonto nell’ex scalo ferroviario di Via Lorenzini, di fronte alla Torre
Prada, tra le tensostrutture per i concerti. Location ideale per una collezione da millennials frutto di
un’attenta esplorazione dei movimenti culturali americani e di una ricerca sui
materiali tecnici, davvero svariatissimi
(foto a destra in basso).
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