AMORE E MORTE BY VENIA
Per quanto radicato sia il
concetto di parità dei sessi, si ha difficoltà a immaginare una
scultrice impegnata in opere monumentali. In realtà sono poche le donne che si cimentano in
quest’arte. Venia Dimitrakopoulou è una di queste. La sua Promahones del 2014,
realizzata con 25 tonnellate di acciaio e la collaborazione tecnica di due
ingegneri, ha occupato quasi interamente il patio del Benaki Museum di Atene,
che raccoglie dall’arte del periodo Ellenistico all’epoca moderna. Prossimamente verrà collocata definitivamente
all’Esterno del Museo Archeologico. E’ rappresentativa dell’opera di Venia e
soprattutto di quel dualismo che la pervade. Come il contrasto fra luci e ombre, che raccontano il corpo e
l’anima, la forza e la fragilità,il caos e la struttura. E le foto dei dettagli contribuiscono a far
risaltare queste caratteristiche. Si possono vedere da ieri fino al 21
maggio alla Galleria Artespressione di
Milano. La mostra, in anteprima nazionale, fa parte del Photo Festival che
animerà palazzi, gallerie e spazi vari della
città fino al 12 giugno. Nata nel 2010 come progetto itinerante da un’idea di
Paola Nora Seegy, Artespressione porta avanti, con la collaborazione di Matteo
Pacini, un lavoro di ricerca e selezione degli artisti, per la maggior parte
stranieri . La sede di via della Palla è stata creata per avere un punto
d’incontro. La rassegna della scultrice
greca, curata da Matteo Pacini e Charis Kanellopoulou, oltre alle foto di
Promahones, esposte al pianterreno,
propone al piano superiore una retrospettiva che mette in evidenza la
varietà dei materiali usati e il percorso artistico di Venia. Dai volti in
pietra vulcanica che ricordano quelli della Grecia arcaica alle sculture in
marmo, in vetro, in acciaio, dove convivono leggerezza e potenza. Fino alle
opere in carta come la camicia di Nesso (l’assassino di Ercole per gelosia)con molte scritte. Sono
lettere d’amore di personaggi famosi,
persone comuni, anche della scultrice. Una storia di eros e thanatos fatta di parole che possono
scaldare l’anima, ma anche uccidere.
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