Arrivando
a Chianciano in inverno si ha difficoltà a pensare che qui Federico Fellini ha girato “Otto e 1/2” e che
Luigi Pirandello, estimatore del luogo, ci ha ambientato due racconti. La valle
di Chiana certo ha la dolcezza
delle colline senesi, ma l’edilizia anni Cinquanta e Sessanta riesce a imporsi con la sua
sgradevolezza. Accentuata nel fuori stagione da quell’aria di abbandono dei
grandi alberghi, che non ha niente a che vedere con la fascinosa fatiscenza dei letterari luoghi
termali. Può essere però il momento giusto per apprezzare il vecchio borgo, non certo tra i migliori della
Toscana, ma con un’impronta precisa e attraente. E’bello arrivarci a piedi e
salire per la strada carrozzabile o per le strette scalinate, con scorci da
cartolina. In cima, la vista accanto all’antica torre dell’orologio e oltre i
tetti, è davvero a perdita d’occhio. Non circolano macchine, ma è anche raro
trovare passanti. I pochi negozi
non hanno nulla da spartire con i
negozi della zona termale, copia conforme di quelli di qualsiasi città o
località modaiola . C’è la piazza
del municipio, leggermente in discesa, con una cappella, una fontana e due
tenere panchine. Da qui proseguendo tra le case in mattone rosso si arriva alla
chiesa dell’Immacolata. Dietro a questa, una deliziosa piazzetta dove il paese
finisce.
E’
un po’ a malincuore che si abbandona quella scenografia teatrale, per ritornare nella “civiltà
del benessere”. Anche se un bagno alle terme ha sempre la sua attrattiva. Come
cantava Orazio, consigliando le cure dell’acqua all’Imperatore Augusto.
Nessun commento:
Posta un commento