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Emilio Longoni |
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Mel Ramos |
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Jacopo Chimenti |
Una mostra sul cibo nell’arte non è un’idea così
originale. E in questo periodo di Expo sul nutrire il pianeta, ne vedremo
svariate. Se poi l’argomento è affrontato da un punto di vista cronologico, la
sorpresa scompare quasi totalmente. Così
dal titolo “Il cibo nell’arte.
Capolavori dei grandi maestri dal Seicento a Warhol”, l’esposizione
(dal 24 gennaio al 14 giugno) a Palazzo Martinengo di Brescia potrebbe
apparire un po’banale. E invece, si è
piacevolmente sorpresi. E non solo per i magnifici soffitti della seicentesca sede.
Le cento opere, per la maggior parte
dal Barocco al Rococò, sono
raggruppate in stanze, secondo temi “alimentari”. Non a caso il curatore
Davide Dotti si è avvalso della collaborazione di alcuni dei più rinomati
dipartimenti di Scienze Alimentari delle Università italiane, che hanno analizzato
in maniera scientifica le tavole
imbandite e le dispense delle tele per attingerne informazioni sui cibi e il
gusto nelle diverse epoche. Da “Mercati dispense e cucine” a “La frutta”. Da “La
verdura” a “Pesci e crostacei”. Da “Selvaggina da pelo e penna” a “Carne salumi
e formaggi”. Da “Dolci vino e liquori” a “Tavole imbandite”. Escono da questa
catalogazione la prima sala “L’allegoria dei cinque sensi” e l’ultima “Il cibo
nell’arte del XX secolo”. Qui si va dal tavolo con angurie del divisionista
Emilio Longoni alla natura morta di De Chirico, a quella sfumata di Magritte , da una scena di macello di
Guttuso alle “michette” di Piero Manzoni,
dalla banana di Mel Ramos alle zuppe Campbell e all’Ultima Cena di Andy
Warhol, a dipinti di De Pisis, Lichtenstein, Fontana. A completare l’ultima
sala l’ interessante installazione Piramide Alimentare realizzata per
l’occasione, da Paola Nizzoli Desiderato, che da vent’anni sperimenta nuove
tecniche artistiche. Notevoli anche le ceramiche iperrealiste e trash di
Bertozzi & Casoni, sparse per le varie sale, secondo il tema. Tra le
curiosità, una scultura, forse l’unica mai realizzata, di scuola arcimboldesca
in gesso, a grandezza umana, esposta per la prima volta, in un passaggio fra
una sala e l’altra.
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