Chi vorrebbe la Milano della moda più simile alla Milano
del Salone del Mobile, può incominciare
a sperare su basi reali. Anche se non ci sarà mai lo stesso “coinvolgimento
democratico”. Proprio per l’intrinseca
natura di “subliminale puzza sotto il naso” che caratterizza la moda e ne è
parte dell’attrattiva.
NUDE New Upcoming Designers PE 2013 |
La prossima fashion week milanese si annuncia più
intrigante. Molto del merito va alla fattiva collaborazione della Camera della
Moda e del rinnovato Palazzo Marino, più
propenso a interessarsi di quello che succede anche al di fuori della prima
cerchia dei Navigli. Ne sono esempi le
sfilate nei palazzi storici. O ancora gli spettacoli e le passerelle aperte al
pubblico, piuttosto che la catalogazione alla Fabbrica del Vapore della
straordinaria collezione di moda di Anna Piaggi, la giornalista scomparsa lo scorso agosto.
Rientra in questo quadro Super, il nuovo progetto
espositivo di Pitti Immagine, che va ad
affiancarsi agli altri due saloni, White
più rafforzato e con una identità ancora più precisa e Milano Prêt-à-porter. Super, organizzato in
collaborazione con l’Assessorato Cultura Moda e Design di Milano e il contributo di City Life vede 240 marchi, di cui oltre il 30% stranieri, nell’ambientazione
davvero speciale del Padiglione 3 della
vecchia Fiera. L’ex velodromo è stato strutturato da Peter Bottazzi e Denise Bonapace per
evidenziarne l’architettura razionalista
anni Venti. Sono previsti una serie di eventi con nomi di prestigio come la
shoe-designer inglese Sophia Webster e la stilista olandese Marga Weimans, ed è dato molto spazio ai
giovani. Spazio ai creativi emergenti anche a White che oltre che nell’ex
Ansaldo e nel Superstudio più, si espande nelle suite dell’Hotel Nhow e nel Progetto
Calabiana Milano. E’ qui che ospita AltaRoma
con la mostra Be Blue Be Balestra-A Homage to Renato Balestra. Giovani
stilisti interpretano il famoso blu del couturier triestino. Alle otto proposte
già presentate nell’edizione romana se ne aggiungono nove milanesi.
Dietro questi saloni, non concorrenziali tra loro, è
sempre più realistica l’idea di “un fare sistema”, fondamentale per il made in Italy e per un’immagine senza provincialismi della moda italiana.
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