Ermanno Scervino |
Salone dei Cinquecento, Palazzo Vecchio |
Un difetto, anzi il difetto, perché unico, della sfilata di Ermanno Scervino di ieri è la location troppo straordinaria:
il salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio. Il pubblico si distraeva. L’attenzione dalla passerella passava facilmente agli affreschi del Vasari,
al mirabolante soffitto a cassettoni a
cui lavorarono artisti
come Verrocchio e Ghirlandaio . Tutto
era enfatizzaato da un’illuminazione geniale, che faceva sembrare le opere filtrate da un
sottilissimo velo fluttuante.
Si perdevano quindi molte di quelle lavorazioni
particolari, di quelle raffinatezze, di quei perfezionismi di dettaglio che
sono la caratteristica del marchio. Ermanno ha fatto sfilare la collezione
maschile e un anticipo della donna, ma mai insieme, eccetto nell’uscita finale
con Eva Riccobono in abito-sottoveste di seta bianca, davvero dipinto addosso. Grigio
tra i colori dominanti sia per lei, che per lui. Per la donna il pizzo ancora
tra i protagonisti, nuovi il motivo del pipistrello sulle bluse e le borse
e i gigli, omaggio a Firenze. Maglieria
e giacche dal taglio sartoriale, ma quanto mai smilze per l’uomo. La perfezione
è continuata nella cena, nelle vicine sale dei Gigli e dell’Udienza, meno imponenti,
ma altrettanto magnifiche. Sui tavoli, enormi bouquet di rose rosa, nei piatti
una cucina toscana, alleggerita, ma non mortificata. Tra gli ospiti stampa
straniera eccellente,e il sindaco Matteo Renzi, non nelle vesti di padrone di casa. Dal
momento che le sale erano, giustamente, prese in affitto da Pitti Immagine.
Un merito della sfilata quello di aver ribadito la presenza
della moda femminile al Salone. Qualcosa che il Pitti W non riesce a
fare. Per quanto negli spazi espositivi ci siano le installazioni più divertenti sul tema di questa stagione ( il libro, sancito
dallo slogan: Leggere muove le idee. Le idee
muovono la moda). Non ha aiutato neanche la presenza dei creativi
danesi, forse un po ‘ staccati dalla realtà, ma comunque intriganti. Gli stand
sono sempre meno, alcuni anche interessanti, ma a detta degli espositori i
visitatori sono pochi. E basta fare un giro per rendersene conto. Pitti W dopo
i primi momenti di entusiasmo ora stenta a decollare. Forse per via della sede,
per quanto vicina, non abbastanza
sul percorso e integrata. O forse chissà l’istituzione Pitti è troppo legata
all’immagine della moda maschile.
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