giovedì 10 gennaio 2013

PIU' CHE PERFETTO

Ermanno Scervino
 Salone dei Cinquecento, Palazzo Vecchio

 Un difetto, anzi il difetto, perché unico, della sfilata  di Ermanno Scervino  di ieri è la location troppo straordinaria: il salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio. Il pubblico si distraeva.  L’attenzione dalla passerella  passava facilmente agli affreschi del Vasari, al mirabolante soffitto a cassettoni  a cui   lavorarono  artisti  come  Verrocchio e Ghirlandaio . Tutto era enfatizzaato da un’illuminazione geniale, che  faceva sembrare le opere filtrate  da un  sottilissimo velo  fluttuante.    
Si perdevano quindi molte di quelle lavorazioni particolari, di quelle raffinatezze, di quei perfezionismi di dettaglio che sono la caratteristica del marchio.  Ermanno ha fatto sfilare la collezione maschile e un anticipo della donna, ma mai insieme, eccetto nell’uscita finale con Eva Riccobono in abito-sottoveste di seta bianca, davvero dipinto addosso. Grigio tra i colori dominanti sia per lei, che per lui. Per la donna il pizzo ancora tra i protagonisti, nuovi il motivo del pipistrello sulle bluse e le borse e  i gigli, omaggio a Firenze. Maglieria e giacche dal taglio sartoriale, ma quanto mai smilze per l’uomo. La perfezione è continuata nella cena, nelle vicine sale dei Gigli e dell’Udienza, meno imponenti, ma altrettanto magnifiche. Sui tavoli, enormi bouquet di rose rosa, nei piatti una cucina toscana, alleggerita, ma non mortificata. Tra gli ospiti stampa straniera eccellente,e il sindaco Matteo Renzi, non nelle vesti di padrone di casa. Dal momento che le sale erano, giustamente, prese in affitto da Pitti Immagine.  
Un merito della sfilata quello di aver  ribadito  la presenza  della moda femminile al Salone. Qualcosa che il Pitti W non riesce a fare. Per quanto negli spazi espositivi ci siano le installazioni più  divertenti sul tema di questa stagione ( il libro, sancito dallo slogan: Leggere muove le idee. Le idee  muovono la moda). Non ha aiutato neanche la presenza dei creativi danesi, forse un po ‘ staccati dalla realtà, ma comunque intriganti. Gli stand sono sempre meno, alcuni anche  interessanti, ma a detta degli espositori i visitatori sono pochi. E basta fare un giro per rendersene conto. Pitti W dopo i primi momenti di entusiasmo ora stenta a decollare. Forse per via della  sede,  per quanto vicina,  non abbastanza sul percorso e integrata. O forse chissà l’istituzione Pitti è troppo legata all’immagine della moda maschile.
  

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