Le spiagge cambiano. Prendere il sole e fare il
bagno sono solo due degli optionals possibili e nemmeno sempre garantiti. Ormai le spiagge con sabbia,
ombrelloni, chaises longues, lettini, sono a Cortina, Cervinia, ai piedi di un
ghiacciaio, nell’area sosta di un’autostrada,in un centro commerciale. Non solo
non c’è il mare o il lago, ma nemmeno l’acqua. Per contro ci sono tempietti per
massaggi ayurvedici, tende per meditazione, tappetini per sveltine di yoga, bar
con yogurt e cibi macrobiotici che sostituiscono ghiaccioli e gelati. E poi
shopping, di tutto. Dall’orecchinone
etnico al tavolo design. Fare il bagno è l’ultimo degli interessi da
spiaggia. E quanto al sole si preferisce abbronzarsi a marzo in un Centro Solarium in città e
passare l’agosto sotto l’ombrellone, spalmati di autoabbronzante.
Spiaggia a Cervinia |
Solo i bambini hanno interesse per l’acqua. Pur
preferendo la play station a macchinine o
bambole, computer e internet ai cartoni animati, in spiaggia ripetono i
comportamenti di sempre. E così le loro mamme.
Il tormentone di “Posso fare il bagno?” continua
tale e quale, alla faccia dell’indipendenza sbandierata, ai mesi di vacanze studio negli Usa a età sempre
più d’asilo, ai campus montani in completo isolamento. La risposta delle mamme
rimane la stessa. Guardano l’orologio, o il cellulare, e sentenziano “Mancano 22
minuti”. La domanda viene riformulata dal bambino dopo meno di 22 minuti. La
mamma sempre più categorica e autorevole risponde che mancano 10, 9,
addirittura 3 minuti. Precisa, incorruttibile, determinata non cede su un
minuto. La digestione è decisa per 2 ore e 30 e tanto il bambino deve aspettare.
Non un minuto in meno, se no la congestione è assicurata. Che abbia mangiato la
casseula o un brodino. Che si tuffi in un mare di 30 gradi o in un torrente di
10 gradi.
Finalmente il bambino può fare il bagno e allora
inizia la fase 2, il tuffo. Il bambino dalla roccia, dal moletto, dalla
scaletta grida “Mamma guarda”. Tutti si
voltano e interrompono quello che stanno facendo. L’unica che non guarda è la
mamma, intenta a parlare. Al quarto “guarda mamma” la spiaggia intera si augura
che la mamma si volti, ma la donna non cede. Poi si scoprirà che parlava di :
1) scuola del figlio, 2) prossime vacanze del figlio, 3) dove far prendere
lezioni di tuffo al figlio in città, 4) lezioni di yoga per il figlio, eccetera, eccetera.
Forse la mamma di un tempo non parlava di yoga per
il figlio, ma magari di doposcuola e lezioni di nuoto, ma allora come ora non
si voltava mai a guardarlo.
Nota tecnica. Ora come allora il numero dei “guarda mamma” era
inversamente proporzionale all’altezza da dove il bambino si buttava.
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