Si può nella moda prendere a man bassa dall’Oriente senza cadere nel costume? Hui Zhao per Hui, che sfila a Palazzo Clerici, ci riesce. Inserisce ricami orientali su tessuti dell’Occidente e con tagli sartoriali. "Orientalizza" il denim per giubbotti, pantaloni, cappe con ricami a sigilli (foto qui sotto). Dal blazer maschile fa uscire tulle plissettato. Verde, giallo, bianco, rosa, rosso, azzurro le tinte ottenute con coloranti minerali. Sempre a Palazzo Clerici, nella Sala del Tiepolo, in mostra sedici capi simbolo dei Miao, uno dei gruppi etnici più antichi della Cina. Raccontati anche da una delegazione cinese in conferenza.
Drusilla Foer in lungo azzurro apre la sfilata di Chiara Boni con applausi scroscianti. Seguono abiti lunghi con drappeggi, aderenze, scolli audaci, maniche lunghe o a palloncino, spacchi (foto qui sopra). Di vari colori, dorato e argenteo compresi, con qualche flash di stampati afro. Molte anche le tute, sempre da grande soirée. Un bikini può essere sartoriale? Cristina Ferrari, stilista del brand storico, che ora si chiama solo con il suo nome, dice di sì. “Made in Italy e cura dei dettagli. Le mie clienti vogliono capi che durano nel tempo”. E li propone di diversi tipi e prezzi, dai più semplici a quello rivestito di Swarovski, con cui ci si può bagnare, prezzo mille euro. Oltre ai bikini, costumi interi, tute, pareo, gonne. Le colonne di Palazzo Isimbardi sono rivestite di tessuti ispirati agli archivi comaschi, per far da cornice ai capi di Pierre-Louis Macha disegnati da Achille Pinto. In seta organica certificata, con stampe d’archivio rivisitate e nuove, ispirazione natura, e ottiche, sono spolverini, pantaloni, giacche, tailleur genderless. Una sala della Fondazione Sozzani si trasforma in laboratorio dove signore in camice bianco lavorano a maglia o all’uncinetto (foto al centro). Qui è presentata la terza collezione di Cavia, brand creato da Martina Boero. Tutti i capi sono realizzati a mano utilizzando materiali preesistenti o riciclati. Come gli asciugamani in spugna anni 70 che, tagliati e ricuciti, diventano abiti e bluse. Molti i tocchi femminili come le ruches, anche sui pantaloni, o i ricami . Oggi si chiude la Milano Fashion Week con la sfilata di Giorgio Armani a cui segue quelle del brand sostenibile Rave Review. Domani mattina cinque sfilate solo in streaming.
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