Quando di una mostra si dice “interessante” spesso è perché non si riesce a inquadrarla, non emoziona, ricalca dei modelli, punta su effetti facili. In questo caso “interessante” non si può considerare un commento positivo. Invece la parola “interessante” riferita alla mostra Federico Guida ARBOR alla Fondazione Stelline di Milano, non solo mantiene il suo significato, ma esprime un giudizio totalmente positivo.
Intanto la scelta della croce, le otto opere esposte, infatti, sono delle croci di legno da cui il titolo Arbor, radice latina di Albero. Ricavate dai resti di una Pieve, sono la base su cui sono applicati dipinti a olio su lino. Per quanto sagomate come i crocifissi medioevali, ne sono solo una citazione, rivista in una chiave assolutamente contemporanea. Sia per i trattamenti, dai colori della verniciatura al rivestimento in tessuto a righe, sia per i dipinti inseriti. Ogni croce ne ha uno importante al centro, e altri intorno più piccoli disposti con una precisa simmetria. Al primo colpo d’occhio sembrano ricalcare la pittura del ‘500 e ‘600, ma guardandoli meglio, soprattutto i ritratti, sono di volti quanto mai attuali per i capelli, l’espressione, lo sguardo. Riprendono immagini di storia sacra come la Pietà, la Crocifissione, la Maria Maddalena. I dipinti piccoli intorno completano ogni storia che non vuole essere quella di Cristo, ma la storia dell’uomo, della vita, della rinascita spirituale. Sono immagini di galassie, nebulose, eclissi, ma anche dell’arnia delle api, simbolo di vita, di teschi, di dettagli del legno o di un piccolo cane, simbolo di fedeltà. Mentre in alto c’è sempre qualcosa che racconta di un’ascendenza, del mistero del divino contrapposto alle immagini orizzontali del quotidiano. Molto forte, inquietante ma quasi didascalico, il dipinto di una nascita, che non ha nulla a vedere con il Vangelo, ma racconta della condizione umana di cui la nascita fa parte. Federico Guida, milanese classe 1969, non ha fatto studi teologici, ma ha frequentato l’Accademia di Brera. Lavora, oltre che con i colori e le vernici, con il gesso, i tessuti e la fotografia. Con le sue opere ha raccontato la realtà delle notti milanesi, dei manicomi, dei derelitti. Le croci sono nate dopo un lungo coma provocatogli da un incidente. La mostra, curata da Mimmo Di Marzio come il catalogo, è da oggi all’11 dicembre alla Fondazione Stelline, divisa fra la Sala del Collezionista e il Quadriportico del Chiostro.
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