Stupisce che un pittore del livello di Joaquin Sorolla sia pressoché sconosciuto in Italia. Fa quindi molto piacere che Milano gli abbia dedicato una grande mostra a Palazzo Reale, dal 25 febbraio al
26 giugno.
Nato nel 1863 a Valencia e morto vicino a Madrid nel 1923, non è solo uno dei massimi rappresentati della pittura a cavallo tra i due secoli, ma è autore di un rinnovamento artistico, tanto da avere ricevuto il Grand Prix all’Esposizione Universale di Parigi del 1900 ed essere stato definito, a Londra nel 1908, il più grande pittore vivente al mondo. Apprezzato e stimato dai contemporanei Impressionisti era chiamato da molti Il Monet andaluso. Quello che colpisce nei suoi dipinti, quasi sempre di grandi dimensioni, è la luce. Lampi di luce diversi in ogni dettaglio. Una luce che riesce a dare vita e movimento a una vela nelle mani di più persone, come a un abito al vento o alle onde del mare o alle foglie di un albero. Non a caso viene chiamato il pittore della luce. Il mare, soprattutto il Mediterraneo, è spesso al centro dei suoi quadri, così come i giardini. Incredibile la sua capacità di rendere il movimento dell’acqua. Che siano le alte onde dell’oceano Atlantico o i cerchi d’acqua che si formano in una fontana. Nei quadri di Sorolla ci sono sempre le persone, colte come in un’istantanea fotografica. Spesso è l’amata moglie Clotilde o i tre figli. Curiosamente i volti sono sfumati. Molta attenzione è data agli abiti, alle pieghe di una gonna, ai gesti: quella mano che sorregge il bambino o quell’aggrapparsi del piccolo. Straordinari anche i dipinti di corpi distesi sulla sabbia o in una cabina sulla spiaggia, avvolti in tessuti bagnati. Non mancano i quadri che affrontano tematiche sociali, come La tratta delle bianche, che ritrae povere donne costrette a prostituirsi o ancora l’immagine dei ragazzi con problemi fisici e di nutrizione, nudi su una spiaggia. Una sala è dedicata alle opere realizzate a New York, dove Sorolla fu chiamato per dipingere paesaggi spagnoli e portoghesi per l’Hispanic Society of America. La natura non esiste e al suo posto ci sono visioni dall’alto di strade e palazzi. Ma il periodo newyorkese non è stato l’unico all’estero. Ha vissuto in Inghilterra, a Parigi, a Roma dove si è appassionato di arte classica e rinascimentale e ad Assisi dove ha abitato un anno con la moglie. Cosa che rende ancora più strano il suo essere poco noto in Italia. Per chi non riuscisse a vedere la mostra a Palazzo Reale, i suoi dipinti, per la maggior parte in Spagna e al Museo di Belle Arti di Valencia, valgono il viaggio. A Madrid poi si può visitare il Museo Sorolla, allestito nella bella palazzina con giardino dove Sorolla abitò ed ebbe lo studio per molti anni.
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