Potrebbe sembrare uno sfoggio culturale un po’ snobistico, scrivere epigrammi nel 2022. Specie se tradotti in inglese e latino, con note dell’autore sulla grande tradizione italiana per questa formula di scrittura, citando Marziale, Catullo, Foscolo, Alfieri, Pasolini, Fortini. Ma se si ha avuto modo di incontrare Angelo Tondini Quarenghi, l’autore, e conoscerne il sense of humour e lo sviluppato senso critico, mai da piedistallo, si capisce che l’intenzione è un’altra. Confermata dalla presentazione di Claudio Santoro, scrittore e critico musicale, e già dalle prime pagine di Epigrammi Epigrams Epigrammata (Edizioni Il Pegaso).
È un modo per il giornalista-fotografo-scrittore di fare piccole considerazioni, superficiali e al limite dell’ovvio alcune, profonde e che spingono alla riflessione altre. Condivisibili e non. Inquadrate in un’attualità precisa e su personaggi alcune, più criptiche e non immediatamente rapportabili a una realtà altre. Comunque divertenti per la maggior parte e senza alcuna pretesa di enunciare verità. Con il punto comune di incuriosire il lettore. Tanto che la lettura è veloce e prende. “Ci siamo ridotti a considerare l’ironia un vizio da nascondere…io attacco tutti. E lo farò sempre. Lo considero più un dovere che un piacere” scrive Tondini nelle note. E tutti i 77 epigrammi, di ognuno dei quali è spiegata la struttura poetica, sono la messa in pratica delle sue intenzioni.
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