Non è stata certo la pioggia a riempire giovedì gli
stand di Pitti.
Anche se fuori non c’era tanta gente, come con il sole estivo di mercoledì, i
numeri parlano chiaro. Questa mattina sono
stati registrati 25mila compratori, circa mille in più dello scorso anno, di
cui 16mila italiani e 8850 stranieri. Molte le curiosità e le new entry. Dagli artigiani di Make alla Luxury fashion for Dogs, Cats and Horses di 4 zampe e 1 coda,
di Prato, nonostante il nome. Grande interesse per gli accessori, dalle tennis
di Bensimon al debutto a Pitti, diverse una dall’altra perché tinte a mano(v.foto), al giubbino trapuntato
di Invicta con bretelle incorporate da indossare come uno zaino. Agli orologi di Locman,
marchio dell’isola d’Elba con modelli anni ‘60 piatti, dalle linee pulite e
altri per subacquei, ma non solo, garantiti oltre i 300 metri di profondità e a
prezzi abbordabili. Fino alle borse dal-mattino-alla-sera di Pinko. Al di sopra
delle aspettative In-lusionem l’evento di Marco De Vincenzo, Womenswear guest designer di questa
edizione. Con l’artista fiorentino Patrizio Travagli, lo stilista messinese ha
creato una platea di luci e colori nel teatro Niccolini, gioiello settecentesco
riaperto dopo vent’ anni (v.foto). Un’unica fila di poltrone che per effetti luminosi si
moltiplica e prende colorazioni diverse. Sul palcoscenico in teche di vetro,
per continuare il gioco di riflessi e ombre, manichini con capi creati ad hoc
in pelle a rombi profilati di colori. Molto applaudita la sfilata di Generation
Africa, in collaborazione con ITC Ethical Fashion Initiative. Per un progetto
volto a promuovere giovani di talento di quel continente. In passerella la
maglieria e le applicazioni d’ispirazione tribale di Lukhanyo Mdingi, gli
stampati etnici di Ikire Jones, i volumi ricercati e imprevedibili del duo AKJP e il sartoriale dai tagli inediti di Gozi Ochonogor,
U.MI . E’ un indiano Suket Dhir il vincitore dell’international Woolmark Prize
scelto su sei finalisti che hanno sfilato con le loro collezioni in lana a
Villa Favard. E’ nato in India ma è già ben conosciuto nel mondo Péro by Aneeth Arora. Intorno a un enorme orso di peluche (v.foto in alto) erano esposte le sciarpe in tessuti a righe e quadri, che guardano alle tradizioni tessili del Paese.
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