La
cornice ha una sua importanza, ma non è sufficiente per salvare un contenuto
inesistente. Anzi, nel caso della location di uno spettacolo potrebbe creare
delle aspettative molto alte, difficili da eguagliare. Un esempio. La locandina
esposta a Pieve Ligure (paese nella riviera di Levante a una quindicina di km
da Genova) annunciava per l’11 luglio alle 21,30, Tullio
Solenghi con la lettura del canto XIX
dell’Odissea, allo Scalo Torre. Quella sera il luogo, anche per chi lo conosceva già, aveva
tutta una serie di ingredienti per sorprendere piacevolmente. Il sole
che calava lasciando solo una leggera linea rossa, la luna quasi piena, qualche
nuvola minacciosa ma non troppo, per creare suspense, il mare che faceva notare
la sua presenza rumoreggiando ma senza effetti facili e un piccolo palco
improvvisato sugli scogli, con un leggio e l’orizzonte come sfondo. Dopo l’
introduzione del sindaco e di Sergio
Maifredi, regista e ideatore di “Odissea un racconto mediterraneo” progetto
teatrale che da anni porta avanti negli
scali e nei lungomare, è arrivato Tullio Solenghi. Qualche frase di prammatica
ed è iniziato il recital. Cosa sarebbe
successo se al suo posto ci fosse stato un lettore qualsiasi? Sarebbe stato sufficiente per il pubblico guardarsi intorno e bearsi
della luce che calava, del rumore sempre variabile delle onde? Certo il problema
nessuno se lo è posto, perché è stato un ininterrotto crescendo di emozioni.
Dal recitato al discorsivo, dal ricordo
al commento ironico, dalla risata alla riflessione. Dalle osservazioni dotte agli
aneddoti divertenti. Alle irresistibili letture, con spiccato accento emiliano
dell’ Odissea di Tonino Guerra, in napoletano del tema di uno scolaro tratto da
“Io speriamo che me la cavo” di Marcello D’Orta. Fino a quella del canto XIX dell’Odissea con l’incontro di Penelope e
Ulisse, che si finge mendicante. Nella traduzione di Rosa Calzecchi Onesti, più
convincente della “scolastica-istituzionale” di Ippolito Pindemonte. E’ vero,
come ha detto Solenghi, che l’Odissea è una storia che può continuare a
suscitare interesse per l’attualità del protagonista, ma riuscire
a intrattenere il pubblico per quasi due ore semplicemente leggendone qualche
pagina è comunque una bella sfida... Anche
in un luogo perfetto, da cartolina, come
lo scalo Torre di Pieve Ligure, in una splendida serata di luglio. www.teatropubblicoligure.it
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