Sarà un concetto anni Sessanta, quando la casa chic
doveva avere il pezzo antico fra mobili, allora si diceva moderni. Però il design contemporaneo in una cornice
ridondante e barocca risalta molto di
più che in un’ambientazione essenziale. Forse si guarda meno l’oggetto nei
dettagli, ma l’insieme è più d’impatto, diventa come un’installazione. A Milano
non mancano i palazzi importanti,
sempre più presi d’assalto durante il Fuorisalone. Uno di questi è Palazzo Litta, splendido
esempio di barocco milanese. Nel suo cortile,Il tempietto nel bosco di Asif Khan accoglie i visitatori(foto in alto). Con alti
e stilizzati alberi dai tronchi rossi e senza fronde, in mezzo ai quali, su un
pavimento di marmo bianco, amache invitano al relax. Intorno, sotto il
porticato, i mobili, disegnati da Raffaella Mangiarotti e Ilkka Suppanen per Manerba, spiegano come, con leggerezza e colori pastello, un ufficio può diventare luogo confortevole. E lo dicono con i fiori. Nel giardino accanto, la Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia, uno dei tanti rappresentanti del Swiss Design a Milano, espone pezzi semplici e lineari, creati da giovani artisti: panche, tessuti, sgabelli, sedie, una vasca. In un allestimento accattivante, mix di razionalismo e fiaba. Nei sontuosi saloni del primo piano ci sono i tappeti annodati a mano con i disegni di Jan Kath, molto richiesti per hotel e boutique e i progetti artigianali di Japan Creative, organizzazione non-profit. Le sfere di Flos omaggio a Lino
Sarfatti, risplendono fra stucchi e dorature (al centro a destra). Come la Leaving room, la casa per viaggiare, progettata da docenti e studenti di Naba. O gli straordinari vetri del turco Nude. Tra questi emerge Concentrics, disegnato da Ron Arad composto da quattro vasi da girare e orientare secondo il desiderio e la luce.
Di grande effetto anche la presentazione di Lasvit,
marchio di vetri della Boemia, che ha scelto per il suo Monster cabaret il Teatro
Gerolamo, storico teatro delle marionette costruito nel 1868 a imitazione della
Scala e restaurato di recente dopo 33 anni di inattività. Al centro della sala,
spogliata dalle poltrone, Independant
enorme installazione di Maxim Velcovski, con appesi 111 schermi televisivi (a sinistra, al centro).Nei
tre livelli di palchi i mostri pensati, immaginati e realizzati in vetro e
cristallo da artisti e designers. Da Daniel Libeskind ai fratelli Campana, da
Alessandro Mendini a Fabio Novembre, Marteen Baas, Stephan Hamel (nella foto in basso i
suoi mostri-bocche). Il tutto con ogni tanto piccoli spettacoli di burlesque
sul palcoscenico.
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