Il titolo è rimasto quello Ti ho sposato con allegria, anche l’ambientazione in quegli inizi anni Sessanta quando Natalia Ginzburg la scrisse e fu la prima di undici sue commedie. Il tema è lo stesso, la vita di coppia, l’amore che manca, le relazioni moglie e suocera. Una certa superficialità nei rapporti, tutto visto con ironia. Non comicità, ma ironia. Come ha scritto il regista Emilio Russo : “Sono convinto che non sia opportuno modificare, adattare o .... modernizzare il testo. Sono convinto che vada contestualizzato a quella metà degli anni 60 .... e far risuonare parole e situazioni al cuore e all’intelligenza del pubblico al tempo presente”. Anche se lo spettacolo di Giampiero Ingrassia e Marianella Bargilli, sulla scena Pietro e Giuliana, fino a al 13 aprile in prima milanese al Teatro Menotti, è profondamente diverso. Per chi ha avuto occasione di vedere la commedia originale.
E non è certo per i cambiamenti di scenografia, peraltro intriganti, di Fabiana Di Marco, che hanno richiesto un intervallo e un primo e un secondo atto. Sono le figure sul palcoscenico. Nell’originale la scena è concentrata su Giuliana che dialoga con la cameriera (Viola Lucio) raccontando la sua vita e trovando dei punti di contatto con quella di lei. Lui Pietro compare solo un attimo alla fine. Nella nuova versione la scena è raccontata dalla coppia con piccole interruzioni della cameriera su "parmigiana di melanzane" e vicine di casa. Lui deve andare a un funerale di un amico che lei crede di avere conosciuto e con cui ha avuto una piccola storia. Un modo per insistere sulla leggerezza dei rapporti dei due, sposati solo dopo un mese di conoscenza. Un piccolo accenno alla madre di lui, suocera da manuale, ottima interpretazione di Lucia Vasini, che però compare insieme alla figlia e sorella di Pietro (Claudia Donadoni) nel secondo atto, con una tavola perfettamente imbandita, anche se non con "il mollettone giusto", intorno a cui siedono fantocci colorati al posto dei commensali. Quando tutti se ne sono andati la coppia cerca di capire come è nato il loro legame e, proprio come nell’originale, si scopre che l’allegria è stato il fattore determinante. A completare quel mondo aperto, dalle finestre con vista su Roma, i ritratti di personaggi di contorno: l’amica zitella Elena, la predatrice di uomini Topazia e l’immancabile in ogni famiglia zia bigotta, Filippa.