Niente pioggia, nessuna allerta rossa o arancione,
nessun temporale improvviso ha disturbato la quinta edizione del Festival della
Comunicazione di Camogli dal 6 al 9 settembre. Importante, dato che tutto o
quasi si svolge all’aperto o sotto tensostrutture con l’esclusione di qualche
incontro
nel Teatro Sociale. Come la Lectio
Magistralis di Renzo Piano del primo giorno, sul recupero urbano alla luce della
tragedia di Ponte Morandi o le Linee Rosse
di Federico Rampini dell’ultimo giorno, geopolitica sulle trasformazioni del
mondo e sul senso dei confini. Tema del festival, apertissimo come al solito, Visioni. Che significa cosa succederà
ma anche cosa è successo. Dall’economia alla storia, dalla letteratura al
cinema. Con una speciale attenzione al peso sempre più determinante del web. Dai vari dibattiti è nato anche un progetto
che potrebbe portare Camogli a diventare una smart city, per quel che riguarda l’informazione, le infrastrutture
, il territorio. A giudicare dal successo della manifestazione e dalla folla
oceanica (si parla di 35 mila presenze) in coda ordinata, parecchio prima
dell’inizio degli incontri più ambiti, e comunque sempre attenta, Camogli sembra
sulla buona strada. Novità di quest’anno la colazione con l’autore, cappuccio e
brioche nell’ormai storico Bar Auriga in Via Garibaldi, la via pedonale che
costeggia il mare. Dallo scrittore al divulgatore scientifico, dallo
psicoterapeuta al direttore dell’Ente Parco di Portofino. Nuova anche la lettura
dei giornali dal festival con i commenti, ironici e semiseri, di giornalisti,
attori, personaggi. Vari i laboratori per i giovani e giovanissimi dai 5 ai 19
anni. Da quello sulla robotica, il mare e l’esplorazione dei poli, in
collaborazione con il CNR di Genova,a quello tenuto da Piergiorgio Odifreddi,
matematico e saggista, dal divertente titolo Lasciate che i pargoli vengano alla matematica. Molto seguito e toccante il film 1938 Diversi direttamente dalla Mostra
del cinema di Venezia. Con la regia di Giorgio Treves, spezzoni di film luce, testimonianze
di sopravvissuti, interviste a storici e politologi, racconta delle leggi razziali e del fascismo. Con il
monito-messaggio “Il fascismo può ancora tornare. Il nostro dovere è
smascherarlo” di Umberto Eco, tra gli ideatori del Festival. Purtroppo di attualità
in questo momento.
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