sabato 28 settembre 2013

NUVOLOSO LIMITATO

Per chi ha vissuto negli anni Ottanta è una notizia. La nuvola di Fantozzi  o dell’impiegato  esiste o per lo meno è esistita. Ma non colpisce lo sfortunato in viaggio nell’unica settimana di ferie d’agosto. E’ stata per sette giorni sulla testa di un ragazzo in giro per una città straniera non bene identificata, che potrebbe sembrare Londra, ma è Barcellona. E da oggi tutti lo possono vedere in un filmato. Non c’è niente di surreale, è semplicemente l’indovinata campagna pubblicitaria della Geox, per  Amphibiox, una scarpa, come suggerisce anche il nome, resistentissima all’acqua (www.amphibiox.geox.com).  E per provarlo è stato selezionato tra molti un testimonial, sconosciuto ma volenteroso. Questi, davvero professionale, ha girato ininterrottamente per sette giorni,   mentre dietro di lui si alternavano degli addetti a sostenere una struttura con nuvola e pioggia a catinelle, di tre tipi. E il tutto era regolarmente filmato sotto gli occhi dei passanti che, magari, sudavano con  il sole a picco di luglio. Inutile dire che le scarpe non hanno lasciato passare sul piede nemmeno una goccia d’acqua.  Per la Geox questa non è la prima dimostrazione spettacolare per provare come un suo prodotto sia realmente waterproof. L’anno scorso Amphibiox era stata portata e sperimentata  a Charrapunjee in India, considerato in assoluto il luogo più piovoso del mondo. E il filmato era stato così convincente da meritarsi il più ambito premio al festival della pubblicità di Cannes.

lunedì 23 settembre 2013

THE END


 

 Frankie Morello
Che connessione può avere un completo di seta con ricami d’oro   e un tubino di cotone stampato in colori soft? Nessuno, apparentemente. Invece entrambi raccontano il filo conduttore di questa settimana della moda, conclusasi oggi. Cosa si è visto di nuovo? Tutto e niente.  Niente perché non si può più inventare niente nella moda e tutte le stravaganze  “provate” in questi anni non hanno avuto buon seguito.  E invece tutto, nel senso  che  la vera protagonista è stata la tendenza di risalire alle tradizioni. Confermando l’immagine d’origine, ovviamente rinnovata, e puntando  sulla qualità, traducibile in buona ricerca di materiali e artigianalità. Frankie Morello, brand giovane, sia come età che come pubblico a cui si rivolge,  ha proposto una ragazza fresca, con  dei pezzi che si vedono nella strada e piacciono, con ottimi tagli e dettagli e stampe particolari. Questi ultimi due elementi sono ispirati ai gioielli  di Fulco di Verdura, il nobile siciliano adorato da Marta Marzotto. Da Mantù, marchio  mantovano di tradizione, il nuovo designer tedesco  Dzemal Mahmutovic prende spunti da elementi architettonici della città lombarda per decorare i suoi abiti dai volumi ricercati. Giulia Marani per Marani.G, come il padre Angelo, si ispira all’Africa e  punta sui materiali e le lavorazioni sofisticate, come la termosaldatura di maglia  e tessuto nell’abito fra il geometrico e l’animalier. Da Genny la nuova stilista insiste su quell’immagine di signora chic e iperseduttiva  delle origini della maison. Profusione quindi di chiffon e sete con  spruzzate d’oro per la sera e grande uso di pelle morbidissima per il giorno.
Jenny
Sovrapposizioni asimmetriche, pannelli che movimentano il classico  pantalone con pinces, spacchi decisi ma di garbata seduzione,  alte cinture come obi: da Ferré i due stilisti sono sempre più in linea con i presupposti creativi del grande maestro scomparso. Arancio in diverse sfumature e bianco sono i colori dominanti nella ineffabile collezione  di Mila Schon. Il giovane Cristiano Burani, decisamente maturato, propone una donna più reale.  Molto tulle e una strizzata d’occhio allo stile lingerie.  Sono due i New Upcoming Designers  della sfilata collettiva,  realizzata da Camera della Moda con il supporto e la collaborazione della Camera di Commercio. Francesca Liberatore lavora sul pizzo e i trafori e fa uscire le modelle con dei cappelli fra Tè nel deserto e Ascot. Mauro Gasperi, invece, si distingue per i tagli decisi, le linee pulite, evidenziate ed esaltate da  profili e inserti. 


sabato 21 settembre 2013

QUALI TREND ?


 Trussardi
 Geox
Difficile parlare di spiccate tendenze in questa moda milanese. Al massimo si può dire  che c’è una propensione per i colori pastello. Non ci sono linee prevalenti e neanche dei ritorni particolari. Quello che si nota e accomuna molti la scelta  di proporre collezioni coerenti con la propria immagine, puntando su una  “specializzazione”.  Così da Ermanno Scervino “Tutto è illuminato”. Il blazer  è spruzzato di cristalli sui revers, il parka  ha una fodera in raso . Sui cardigan di maglia spiccano ricami d’argento. Una cintura d’argento impreziosisce il trench.Lo spencer di breinschwanz si tinge di verde, e perfino la giacca in denim è illuminata.  Roberto Cavalli è sempre Cavalli, nel male e nel bene: straordinari virtuosismi artigianali per  abiti e   completi   portabili  solo dopo le 8 pm.     Meno maculato, ma patchwork di pitone, iguana, coccodrillo e denim per giacche e pantaloni. Poche collezioni sono così connotate come quella di Stella Jean, al debutto nel calendario della Camera della Moda. Quadri, righe, disegni si mescolano in tessuti coloratissimi   lavorati al telaio da donne  africane. Le linee, a parte qualche forzatura,  riecheggiano gli anni ‘50 e alcuni pezzi, come i trench, sono molto portabili. Peter Dundas da Emilio Pucci lavora   con le stampe d’archivio della maison, ma attinge anche  dal mondo dello sport,  dalla cultura Masai  e dall’hip hop. In quello che lo stilista definisce un minimalismo barocco  ci sono  abiti con top in neoprene ricamato, lunghe canotte in jersey o camicie in seta paracadute con stampe anni ‘70 rielaborate,  bermuda da ciclista   e pantaloncini da boxe.  Belle le borse-marsupio ricamate, da allacciare in vita come una cintura.    Cividini parla di pulizia di linee e decorazioni , due elementi apparentemente in contrasto. Di fatto ci sono piccoli dettagli che movimentano. Anche Trussardi occhieggia alle tradizioni e propone pezzi della sartoria maschile rielaborati e femminilizzati, ovviamente in una precisa scelta di materiali: cotoni armaturati, shantung, organza, crêpe di seta e pitone.
Anche nell’accessorio si avverte la voglia di insistere sulle proprie eccellenze .  Geox punta sulla tecnologia   e crea la suola che traspira anche per la scarpa con  tacco. Propone la stampa floreale per sandali , ballerine e polacchini. E nella nuova linea di borse vagamente anni ‘80 lo stilista coreano Yon Bae Seok mette insieme tartan e camouflage. Vic Matié divaga sul tema stivaletto, aprendolo, tagliandolo, caratterizzandolo con svariati tacchi. Da Valextra il nuovo direttore creativo Álvaro González punta a rendere più femminili pezzi storici. Nasce la  borsa Manzoni con chiusura a scatto e catena per la tracolla in oro rosa e una riedizione del borsello maschile Tric Trac che diventa clutch. 

giovedì 19 settembre 2013

MATERIA PER RINNOVARE

 Krizia

Sembra che la ricerca dei materiali sia uno dei punti di forza di queste collezioni, sia per quanto riguarda gli accessori sia per l’abbigliamento, dove sempre più spesso si tende a cambiare la finalità dei tessuti. In questo Brunello Cucinelli è un maestro. Accosta il jeans con le maglie da sera, prende dal mondo dello sport  e rielabora.  Ed ecco i pantaloni da tuta in raso di seta con applicazioni di monili brillanti. Inventa l’effetto tridimensionale per le maglie in cashmere.  Usa la pelle da guanteria per lo spencer.  Lardini  utilizza tessuti jacquard e operati tinti in capo  per la boy friend jacket  e  lini e cotoni stropicciati  per spolverini  e blazer.   Come per l’uomo propone la linea RVR, con pezzi completamente reversibili, in tessuto da una parte , in nylon impermeabile dall’altra.   Pelle bianca laserata, pelle placcata oro, addirittura rete di pelle, organza leggera spruzzata di alluminio e tessuti sovrapposti da Krizia che crea una collezione molto femminile con citazioni  animalier e   abiti  con gonne plissé soleil per  la sera. Costume National   dopo 23 anni di passerelle parigine sfila in uno  dei fascinosi spazi della Milano in costruzione. Linee sempre geometriche, giochi di sovrapposizioni , asimmetrie. Come al solito, in una serie di materiali futuribili: pelle doppiata taglio laser,  viscosa doppia opaca, cotone e lino spalmati,organza doppia. Prevalenza di bianco e nero con flash di giallo fluo.  Andrea Incontri   gioca sui contrasti.  Mescola neoprene con georgette, caratterizza gli abitini candidi con ricami di cristalli colorati. Vita sempre segnata con un ritorno accennato allo chemisier. Per quel che riguarda gli accessori, assolutamente innovativa la collezione di Casadei  che abbandona i colori per   i toni dell’oro, dell’argento, del sabbia. L’ispirazione  è il Marocco del tè nel deserto,   con una strizzata d’occhio agli anni Cinquanta. Prende le catene delle donne berbere  per personalizzare il sandalo versione flat o con  tacco. Scomparso il plateau che si ritrova  minimizzato e nascosto solo  in qualche modello. Tra i pezzi forti la pelle oro trattata con effetto catena  e  
 Sergio Rossi
quella stampata con farfalle, che sostituisce l’abusato maculato. Intrecci ispirati alle foglie  nelle scarpe e nelle piccole pochette di Santoni. La ballerina prende due fibbie dalla scarpa maschile  e lo scarponcino estivo è in suède e coccodrillo. Fantasie orientaleggianti  nei tessuti Rubelli per mocassini e sandali con plateau.
Sergio Rossi presenta la collezione nei saloni di una villa riarredata, per creare un’atmosfera  fine Sessanta.  Molte le sorprese. Dal bambù accostato al raso per i sandali agli stivali con fantasie animalier, agli stivaletti in cavallino patchwork di diversi colori.  I nuovi tacchi sono sottili e con la forma a piramide. Alcuni sandali  sono fatti di foglie che salgono sulla gamba come la vite.

UN VERO NUOVO


L’abito non fa il monaco, ed è ancora da provare,  di sicuro la cornice è determinante. E quando poi si scopre che quello che questa  racchiude la supera, è una gradita  sorpresa.
Il soggetto in questione è la  collezione  Agnona disegnata da Stefano Pilati, l’ex stilista di Yves Saint Laurent, presentata durante la settimana della moda milanese. Tutto si svolge al primo piano di un palazzo di Via Sant’Andrea dove i pavimenti sono lasciati al rustico  e solo verniciati e le pareti non imbiancate. Il soffitto, che si intravvede dietro le travi di legno, è quello  affrescato delle vecchie case patrizie. Con un  contrasto a effetto.  Qualche abito è su strani manichini con gambe di pecora, che sembrano usciti da una favola di Grimm. E  il perché, è evidente, va ricercato nella tradizione del marchio.  L’allestimento davvero speciale  è stato curato dallo stesso Pilati. Ma più speciale è il fatto che  è  una collezione senza stagione  , quindi perfettamente  in linea con i tempi e i nuovi modi di vita. E soprattutto  tutto quello che è esposto è già vendibile  al cliente finale . Ogni  due tre mesi si   arricchirà  di nuovi pezzi più o meno pesanti .  Quanto al fatto che   fosse disegnata da Stefano Pilati non dava per scontato che potesse essere valida. Il sessantenne marchio Agnona acquisito dal Gruppo Zegna , ha una sua storia e una sua tradizione, con presupposti molto diversi dalla maison parigina.    Non a caso la collezione si chiama Zero, come  ribadiscono i grandi zero metallici nel negozio.  Zero significa quindi  partenza verso qualcosa di nuovo.  Nei capi c’è  l’heritage del marchio. Straordinaria infatti la scelta di tessuti dai cashmere double   alle sete, ai kid mohair.  Molte le invenzioni  come la stampa palaka, una specie di tartan originario del  Giappone portato alle Hawai e utilizzato per le T-shirt dei surfisti. Tra i pezzi clou  il costume di cashmere double, la giacca di coccodrillo stampa palaka ma anche i sandali  da frate,  il trench in seta, lo spolverino in lana mohair e seta e il new suit, tailleur rivisitato  . Ed è proprio in questi  capi  che si riconosce la capacità, che  accomuna Pilati al grande Yves, di rendere femminili e donanti pezzi del guardaroba maschile.