lunedì 24 settembre 2018

NON TENIAMOCI STRETTI


Nell’ultimo giorno di sfilate milanesi non è facile dire cosa userà la prossima estate. E’ più semplice dire cosa non userà. Infatti la varietà dei materiali proposti è ampia, i colori e le stampe moltissime, i tagli plurimi, le lunghezze svariate. Invece è comune la tendenza a linee morbide, avvolgenti, mai costrittive.  Così la  collezione della giapponese Chika Kisada al suo debutto in Italia. Ex ballerina, non solo utilizza i tessuti della danza, dai tulle alle sete, alle organze, tutte di provenienza nipponica, ma ha rivelato che per provare la vestibilità di un capo, lo indossa e balla. Convincente la piccola performance alla fine della sfilata (in basso). Un foulard annodato in vita o al collo,   
svolazzante, un abito da figlia dei fiori        
con ruches e volants, pantaloni morbidi un po’ a zampa : gli anni ’60 riecheggiano sulla passerella di un altro giapponese, Atsushi Nakashima. Anche Ultrachic, per la prima volta alla Milano Fashion Week con il supporto di Camera della Moda, guarda agli anni ’60 ma, attraverso un omaggio ai miti del rock, arriva agli anni ’80. Domina il gusto del contrasto, dell’abbinamento shock. Il giubbotto da atletica con la gonna di lurex, la camicia a quadri da cow girl con la gonna lunga a corolla. Paillettes, applicazioni e lamé a sorpresa. La leggerezza è l’elemento dominante sulla passerella di Jessie, il brand del distretto cinese di Futian a Shenzen, disegnato dall’italiano Federico Piaggio. Molti spolverini, trench in organza trasparenti, camicioni in voile a righe, scarpe e borse in pelle intrecciata effetto pied-de-poule. La vestibilità fluida è il diktat per l’estate di Eleventy. I capi, senza peso , fluttuano leggeri intorno al corpo. Dalle giacche sahariane in garza di seta ai giubbini in nappa colorata, dai pantaloni in doppio cotone jacquard alle gonne plissé soleil(in alto). Il plissé soleil piace anche ad Angela Testa, designer di Hanita. Per la sua collezione parte da terra-acqua-aria-fuoco e non solo per la scelta dei colori, ma per ribadire la sua attenzione all’ambiente. E usa tessuti naturali e poliestere riciclato. Finisce domani Azzedine Alaia Couture Sculpture nella sala affrescata dal Tiepolo di Palazzo Clerici. In mostra ventun creazioni dal 1981 al 2017. Più che abiti, sculture da indossare.

Nessun commento:

Posta un commento