giovedì 29 marzo 2012

TENDENZA OSSIMORO


Lusso accessibile è l’ esempio più emblematico di  ossimoro, espressione che contiene due concetti antitetici. Eppure di questi tempi ricorre con una certa frequenza. Nella  moda agli ossimori si è abituati, tanto che  non ci se ne rende neanche più conto. “Accessorio indispensabile” è uno di questi. E quali concetti sono più antitetici di accessorio e indispensabile? Eppure  si accoppiano spesso. Ora si parla di lusso accessibile nella bellezza, nella moda, nei viaggi. C’è addirittura un’azienda di arredamento  che si chiama Lusso Accessibile.  Un tempo certi oggetti o certi capi di abbigliamento potevano essere costruiti solo artigianalmente, quindi in pochi o addirittura in un unico esemplare. Il loro valore era alto ed  erano destinati a una ristretta élite. Con l’industrializzazione quasi tutto può essere prodotto su larga scala . E  di conseguenza venduto a prezzi più bassi. Si dice che il made in Italy promuova il lusso accessibile, nel senso che cerca di mantenere un buon rapporto qualità-prezzo. A Giuliano Ravizza  si attribuisce il merito, alla fine degli anni Sessanta, di aver reso la pelliccia un lusso accessibile. Con Annabella, infatti, la pelliccia, prima pezzo unico realizzato su misura in atélier, comincia a essere venduto in boutique, come un  capo di abbigliamento, appunto di prêt-à-porter. Qualche giorno fa ha aperto il suo nuovo show room a Milano Tory Burch,  americana, ex redattrice  di Harper’s Bazar, amata da Kate Moss e Sienna Miller, con negozi in tutto il mondo, di cui il primo europeo a Roma, in Via del Babuino. La stilista definisce le sue collezioni  di lusso accessibile. Capi dai prezzi medi ma con una forte componente fashion, capaci di procurare un piacere personale. Niente a che vedere con il lusso-sfoggio di ricchezza di tanti anni fa, ma neanche con un lusso che privilegia i tessuti raffinati e le lavorazioni sofisticate, ma non si vuole fare notare. Ma allora ci sono vari tipi di lusso o il lusso è uno solo e tutto il resto sono copie?
Secondo Guglielmo Miani  amministratore delegato di Larus Miani “Il lusso accessibile è un controsenso”. E di lusso se ne intende, non solo per l’azienda di famiglia, ma anche in quanto presidente  dell’Associazione di Monte Napoleone, roccaforte del lusso per eccellenza.  

venerdì 23 marzo 2012

EFFETTO MORANDI



Per quante mostre di Giorgio Morandi si abbia visto,  e ce ne sono state molte in giro, c’è sempre da scoprire qualcosa di nuovo nelle sue opere. Un  particolare, una sfumatura di colore assolutamente incredibile, un  tratto, una linea.  Un piccolo vaso di fiori, 10 cm. per 10, può dare un’emozione, che magari non si era avuta la prima volta che lo si aveva visto.  Bottiglie, paesaggi    costruiti come forme geometriche,  un solo ritratto,  un autoritratto.  Tutto con una ricerca prospettica inedita, che lo ha fatto definire da molti critici pittore d’avanguardia e forse per questo, sempre così interessante. Non è un caso che quadri di Morandi siano entrati in ambientazioni cinematografiche. Lo si scopre nella mostra al Museo d’Arte a Lugano, fino al 1° luglio. E non sono solo  film italiani. Anzi la prima apparizione è in una pellicola americana  “Un bacio e una pistola” di Robert Aldrich (1955). Una natura morta con bottiglie è inquadrata a fianco di Mastroianni  in  “La Dolce vita” (1960).  L’anno dopo un’altra è di spalle, sempre a Mastroianni,  in “La Notte” di Antonioni. Una piccola natura morta compare  per la prima volta in un film a colori ed è nelle mani  di  Tilda Swinton, protagonista di “Io sono l’amore” di Guadagnino (2010).A confermare ulteriormente l’avanguardia dell’opera di Morandi, sono esposte anche sculture, pitture, installazioni di artisti contemporanei “con assonanze e rimandi”. “Senza imporre degli accostamenti , ma stimolare dei percorsi mentali” ha spiegato Marco Franciolli,  direttore del Museo e curatore della mostra insieme a Maria Cristina Bandera.
www.giorgiomorandilugano.ch

 



giovedì 22 marzo 2012

UNA ROSA E' UNA ROSA, E' UNA ROSA...


Che di rose ce ne fossero di moltissimi tipi  si sapeva, anzi lo sapevano anche gli incompetenti in fatto di fiori e piante.  Ma che si potesse centrare una mostra mercato solo su rose particolari, lo potevano pensare solo a  Orticola. Per la 17esima edizione, dal 9 al 13 maggio, sempre nei Giardini Pubblici “Indro Montanelli” (stilizzati nel logo-locandina)di Milano, gli espositori porteranno rose, ma solo da collezione. Qualche esempio? Le rose ibridate del secolo scorso coltivate tra Liguria e Provenza. Una rosa  ritrovata in Cina negli anni ’80. Le rose Tantau,  ibridatore tedesco che negli anni ‘60 ne selezionò una specie adatta a climi più freddi. O ancora rose ibridate in Italia, ma prima degli anni ’70. Insomma delle vere e proprie rarità. Basterebbe questo per dare un’idea del livello di Orticola: ma si può continuare con la mostra  fotografica “Small Gardens”, piccoli giardini, immortalati da 40 fotografi di tutto il mondo. O ancora, per il design, un’ampia proposta di lampade e luci da esterno, responsabili, se scelte bene, di creare “l’anima”  del giardino. E poi le iniziative per intrattenere i bambini. Da Gufolandia, con il maggiore esperto di gufologia  che racconta pregi, abitudini e debolezze del volatile, che dopo “Harry Potter” sembra  aver sostituito cani e orsetti nel cuore degli under 10. O la mucca life size, da mungere per un liquido  bianco come il latte, ma non commestibile. Tra gli sponsor, per la seconda volta, Ceresio Sim, gruppo bancario svizzero. Quali motivazioni a parte quella “che fa tendenza” di occuparsi del verde?”La cura e la precisione   nel far crescere una pianta è la stessa che mettiamo noi  nella cura dei soldi dei nostri clienti” dice Giacomo Foglia, Managing Director del gruppo. E poi si amplia la comunicazione, si ingentilisce l’immagine fredda della finanza e perché no, si raggiungono dei potenziali clienti. Non solo chi coltiva orchidee e palme sulle terrazze o nei giardini segreti del centro storico, ma anche il pensionato che, oltre del piccolo orto sul balcone, si prende cura dei suoi risparmi. 

martedì 20 marzo 2012

L'ARTE ADDOSSO


Omar Galliani al lavoro
La connection moda-arte non è certo un fenomeno recente. I tagli di Fontana, gli strappi di Burri, le geometrie di Mondrian hanno sfilato più di una volta in passerella, reinterpretati e resi abiti. Ma che un capo di abbigliamento sia opera d’arte,  multiplo o prova d’autore, non è così diffuso. Quello di Les Copains poi è un caso particolare, frutto di una condivisione, di un’aggregazione di ruoli. C’è la maison che non è solo lo sponsor con il merito dell’iniziativa, ma fornisce un atélier e la “materia prima”, cioè il capo. C’è l’artista Omar Galliani uno dei talenti  più interessanti dell’arte contemporanea italiana e uno dei più conosciuti internazionalmente (primo premio alla Biennale d’arte di Pechino nel 2003) che presta  la sua ispirazione e il suo tratto. E c’è Mazzotta Art Selection che edita e realizza l’opera. E così ha preso corpo “ La pelle del disegno”, T-shirt che ha sfilato con la collezione primavera estate 2012, da ritratti di donna, disegnati con matita e pastello su legno di pioppo. Galliani, ora , forte delle sue lunghe “tournée” di mostre in Cina e Giappone, sta lavorando   su un multiplo “Nuovi Santi, Nuovi Fiori”, da un’opera che vede l’unione ideale di Occidente e Oriente, eseguita con lo spolvero, antica tecnica dei maestri italiani della pittura.  

venerdì 16 marzo 2012

OCCHIALI INTELLETTUALI


 Persol Capri
Chi ha qualche dubbio che possano esistere delle tendenze nel mondo degli occhiali, guardi le proposte sulle bancarelle dei vu cumprà. Gli occhiali coloratissimi stanno sostituendo i neri da “incognito”. Ed è una tendenza, nell’aria da qualche Mido. Accanto a questa,forte e più facile da percepire, c’è il vintage con  forme geometriche e  materiali rétro. Solo nell’aspetto,  perché in realtà sono frutto di elaborate ricerche tecnologiche. Si può parlare di una terza tendenza, non dell’oggetto, quanto del modo di presentarlo. Sempre più sofisticato e culturale. Quasi un ritorno alle origini, per cui l’occhiale era un  elemento distintivo dell’intellettuale.  Ed ecco che Italia Independent, il brand di Lapo Elkann (di recente ha creato degli shop in shop dagli ottici   dove, oltre agli occhiali, propone altri prodotti del brand), dopo aver usato come testimonial Napoleone, Cavour, Oscar Wilde,  tira in ballo Galileo, Cleopatra, Shakespeare con  frasi e riferimenti dotti al vedere. Of course in chiave ironica. Persol guarda a Capri, ma non all’isola in sé che sarebbe banale, ma alla villa di Curzio Malaparte, architettura perfetto esempio di modernità razionalista e ambiente naturale. E ne “cita” dettagli su astine e cerniere. Ma non finisce qui, c’è chi nobilita le montature con scritte inneggianti all’arte e chi per l’ispirazione scomoda gli Aztechi o la Bauhaus. E infine Miu Miu comunica i suoi Culte Sunglasses con un corto di Giada Colagrande, protagonista Maya Sansa. Nel terzo capitolo della saga “Miu Miu Womens' Tales”  gli occhiali, schermatura di protezione, diventano la metafora di un aspetto della natura femminile.  

lunedì 12 marzo 2012

UN’IRRESISTIBILE RESISTIBILE ASCESA


L’idea di un pezzo teatrale che dura 2 ore e 45 minuti può spaventare. Se poi si tratta di Brecht e di “La resistibile ascesa di Arturo Ui” ancora di più. Un testo difficile, complesso, dove la metafora trionfa, che  si preferisce leggere nel volumetto della collezione Teatro, edito da Einaudi. Più sicuri di capirlo e di coglierne la profondità. Bene, nella versione dell’Associazione Teatro di Roma e Emilia Romagna Teatro, non si corre questo rischio. Trasformato in un musical è intelligente e appassionante. A cominciare dalla straordinaria scenografia. La Chicago dei gangster, allegoria della Berlino nazista, è costruita con cassette di plastica impilate a simulare grattacieli. Assolutamente in tema peraltro a raccontare il trust dei cavolfiori. Verdura che “orna” anche il fronte del palcoscenico. Umberto Orsini è Arturo Ui, ma anche l’attore che insegna il comportamento al dittatore-gangster. Geniale “lo spettacolo interattivo”con cui riprende il secondo atto dopo l’intervallo. I tre gangster Giri, Givola e Roma ( versione italo-americana dei  nazisti Göring, Goebbels e Röhm) girano con fucili tra il pubblico chiedendo borse, cappotti, cappelli. Bravissimi gli attori anche a cantare,  in particolare Luca Micheletti, dramaturg, in aiuto al regista Claudio Longhi. Oltre alle musiche originali, pezzi di Chopin, Strauss e con una certa insistenza Kurt Weil. Chi non l’avesse ancora visto si affretti. E’ al Teatro Elfo Puccini a Milano, fino al 18 marzo. Poi a Bolzano, Cittadella, Trento, Pordenone fino al 4 aprile. www.emiliaromagnateatro.com  

venerdì 9 marzo 2012

LA CREDIBILITA’ DEL ROSA


Il boom del rosa data agli anni Cinquanta. 0sé per l’epoca, poi degenerato nel kitsch da manuale. L’ultimo sprazzo chic il tailleur Chanel di Jackie in quel triste giorno a Dallas nel 1963. Intollerato dal design e dal minimalismo, il rosa rimane nella casa della Barbie e  di qualche suo clone nipponico .Sparito perfino dal guardaroba delle neonate. Con l’eccezione di  completini augurali regalati alla coppia con figli maschi, desiderosi della femmina.   Ormai introvabile in qualsiasi tirella colori, dall’arredamento all’abbigliamento, dalle pareti alle auto, il rosa ricompare sui cashmerini a V degli yuppies, sdoganato completamente dalla sua connotazione “femminile”   deteriore. E diventa un colore con la sua dignità, non più una caricatura. Nessuna donna si sente  sminuita da sentire parlare di quote rosa in Parlamento. Piacciono le righe rosa a indicare i parcheggi riservati al gentil sesso, nei punti meno a rischio  malintenzionati dei mega-autosilo. Portare occhiali rosa non è più da bamboletta sciocca. Il rosa, anzi il pink, può essere punk, ci dice con la sua musica la rocker canadese Avril Lavigne. Lo champagne trendy è rosé . Si chiama La Perla in Rosa la nuova fragranza con rosa, ciclamino, violetta ma anche il tocco malizioso  del  pepe rosa. Dedicato a un pubblico giovane è all’opposto  dei profumi da scia,  border line del buon gusto. Il tappo del flacone è rosa perla   citazione  della lingerie. E quel rosa fra il cipria e il perla nel mondo della sposa soppianta l’avorio. Da Antonio Riva, stilista preferito dalle  giapponesi (ora al debutto con una piccola e sofisticata collezione da cocktail e dintorni), colora il 30 per cento degli abiti ed è l’unica alternativa ai bianchi. 

lunedì 5 marzo 2012

L'HOTEL FA SPETTACOLO


 La suite di Sofia Coppola

L’accoppiata stilista-hotel non fa più notizia, anzi presto ci si chiederà perché alcune griffe non hanno il loro cinquestelle. Di film ambientati in alberghi si può fare una lista lunghissima, dai fratelli Lumière agli ultimi Oscar. Che invece la scenografia di un’opera sia un design hotel è una novità. Alla Fenice di Venezia è andata in scena la mozartiana  “Così fan tutte” con i cantanti che si muovevano tra lounge bar, reception, camere con scorcio di bagno, ascensori e grandi passaggi di trolley.

 I giardini di Palazzo Margherita
Insolita anche la connection con il cinema di Palazzo Margherita, inaugurato una settimana fa a Bernalda, a 40 minuti da Matera e a 20 dalle più belle spiagge dello Jonio. Il proprietario  è Francis Ford Coppola. “Aprire un albergo, ha detto il regista al Financial Times, è come girare un film. Bisogna averne l’idea, ma poi è fondamentale l’attenzione ai dettagli. Il pubblico li osserva molto al cinema, proprio come gli ospiti in un albergo”. E per quanto la ristrutturazione dell’antico palazzo sia stata affidata all’architetto francese Jacques Grange, Coppola ha seguito personalmente i lavori. “Io non sono di quelli che mettono solo il nome“ ha precisato. Tra l’altro Palazzo Margherita è il quinto albergo di sua proprietà, ma è il più lussuoso e quello a cui è più affezionato. Bernalda, infatti, è il paese di origine di suo nonno, emigrato negli Usa nel 1904. Per sistemare il palazzo, appartenuto a una ricca famiglia di produttori di olio,  ci sono voluti sei anni, di più che per girare Apocalypse Now. Le camere sono solo nove di cui tre ricavate nelle vicine stalle. Il regista ha una sua preferita, così come la figlia Sofia. Non esiste un ristorante, ma una sala da pranzo con un tavolo per 12, dove gustare i piatti, soprattutto locali, preparati da Filomena ed Enza.www.palazzomargherita.com


venerdì 2 marzo 2012

FENOMENOLOGIA DI BEAUTIFUL


Beniamino Placido, cultore di Beautiful, l’aveva definita  l’epica omerica trasferita alla telenovela. Ma non è il motivo della dipendenza che crea in persone dal normale  QI. Forse è quel mix di realismo quotidiano e di onirico surreale. Per cui i protagonisti non sanno a chi affidare il bebé o discutono su chi lava i piatti, ma poi partono con jet privati, organizzano matrimoni in pompa magna per il giorno dopo, sopravvivono a disastri aerei o risuscitano. I bambini crescono in modo diverso. Hope di poco maggiore del fratellastro RJ, dopo poche puntate ha problemi di fidanzati e disegna una linea d’abiti, mentre lui parla a malapena. Gli adulti non invecchiano. Con qualche semplice calcolo Eric Forrester dovrebbe avere 104 anni, ed è un seduttore e uno stilista in carriera. Brooke, data l’età dei figli, è sulla sessantina, ma resta incinta come un’adolescente inesperta. Corteggiatissima ha avuto storie con tutti gli uomini della fiction tranne figlio e padre,  e a ognuno  dice “Non ho mai amato nessuno come te”. Sostiene di adorare Ridge, che ha sposato quattro volte, e di conoscerlo come nessun altro e poi fa sesso sfrenato con il fidanzato della figlia, credendolo Ridge, solo perché ha un giubbotto uguale e una maschera sul viso. Le grandi rivelazioni(figli segreti, gemelli ritrovati, padri ricomparsi,tradimenti ecc.) sono annunciate da un “Ti devo dire una cosa” che continua per le cinque puntate settimanali. Il locale preferito da Forrester e dintorni è il Café Russe, ma non si capisce perché si ostinino ad andarci con l’amante di turno per poi stupirsi se si imbattono  in qualche parente. E infine l’unica psicanalista  su piazza, scomparso il Dottor Warwick, è Taylor, che contro ogni etica analizza figli, suoceri, rivali, mariti ed ex.