lunedì 28 settembre 2020

GRAN FINALE

Si è chiusa la fashion week milanese, che passerà alla storia come la migliore testimonianza della capacità degli italiani di dare il meglio nelle situazioni difficili. Ultime tre sfilate in digitale quelle dei portoghesi. Alexandra Moura con stampati per lei e camicie bicolori stile-paggio medioevale per lui. David Catalan veste solo l’uomo con camicie madras dalle tasche applicate e completi in pelle. Molto rosa in tutte le sfumature e giacche in tela plastificata nella collezione solo maschile di Miguel Vieira. A dare prova della  volontà di ripresa, la Camera della Moda ha voluto continuare con la sesta edizione della Milano Moda Graduate, che premia i più promettenti studenti delle scuole di moda italiane. Davanti a una cospicua giuria hanno sfilato sei outfit di ognuno dei sei finalisti. Il premio della Camera della Moda, un sopporto monetario per la professione, è andato a Giulia Barbieri dell’Istituto Modartech, che ha proposto capi maschili e femminili in tessuti e forme classiche, rivisti con la sovrapposizione di elementi inediti(foto in basso). Un altro premio è stato assegnato da YKK, partner dell’evento, a chi ha utilizzato in modo creativo le sue zip. E un altro da Vogue Talents a un emergente. Anche White è stato un successo quasi insperato, 5mila le presenze, fra stampa e buyer per la maggior parte italiani con alcuni stranieri, ospitati con il supporto del Ministero degli Affari Esteri e dell’ICE. Duecento le aziende presenti concentrate nel Superstudio Più di Via Tortona. 


Molti gli accessori, tutte di qualità le proposte, coerenti con quel principio di selezione che deve essere di servizio. Varie le presentazioni digitali, le installazioni e gli eventi nei negozi di moda collegati che fanno capo a Milano Loves Italy, il FuoriSalone della moda creato a luglio da White con la rivista Interni. Interessanti e seguiti i talk centrati soprattutto sul retail e la sostenibilità. Sulla sostenibilità anche la mostra Health in Fashion negli spazi dell’ex Ansaldo, di fronte al Superstudio, nelle scorse edizioni occupati da altri stand. Curata dal team di White e da Matteo Wrad, co-founder del brand Wrad e sostenitore da sempre della tematica, affronta anche il tema di come gli indumenti possano proteggere da virus e batteri. Focus su dieci designers tra cui Gilberto Calzolari che, in una sfilata digitale ha presentato Tilt System Vol.2,capsule che va a completare la collezione Tilt System in passerella a febbraio. Secondo il concetto che le stagionalità mischiate sono un modo per azzerare gli sprechi e quindi risparmiare energia, acqua e materie prime.     


domenica 27 settembre 2020

IL PIACERE DELL' EVERGREEN

La sfilata di Giorgio Armani su La7 in prima serata è stata all’altezza delle aspettative. Anzi potrebbe essere ricordata non tanto come celebrazione 







dello stilista, quanto come dimostrazione del ruolo che la moda ha e il suo coinvolgimento nella cultura, nello spettacolo, nell’arte oltre che nell’imprenditoria. A precedere la sfilata un 8 e mezzo ad hoc di Lili Gruber e un video-documento di venti minuti con il racconto, per immagini e la voce fuori campo di Francesco Favino, dei Timeless Thoughts. Pensieri senza tempo che descrivono il modo di lavorare dello stilista, la tendenza ai capisaldi negli anni, come i colori simbolo, il destrutturare, il gusto per le sovrapposizioni, il ricamo per la sera e il piacere, ogni tanto, del dettaglio estroso. Tutto quello che ieri sera si è visto sui modelli e le modelle di una delle sfilate più lunghe nella storia di Re Giorgio (foto in alto). Ciliegina sulla torta American gigolò di Paul Schrader con Richard Gere trentenne, il migliore testimonial dello chic-understatement di Armani. Chic ma mai sopra le righe (e se no non è eleganza) e durevole nel tempo l’estate della donna Eleventy, che sceglie la presentazione in presenza. “Una passeggiata mediterranea“ commenta il direttore creativo Cristina Ortiz "attraverso gli ulivi, con i colori ispirati alle ceramiche, alla terra, al mare”. Per un’estate rilassante da godere, lontano dai ritmi frenetici e forzati del mondo delle discoteche. Un guardaroba completo con pezzi che a seconda di come sono accostati sono perfetti per la città  ma ideali anche per la vita di spiaggia. C’è la tuta  mai troppo sportiva, la gonna ad anfora ma senza inutili enfasi importabili, lo spacco sulla manica della camicia o sui fianchi dello chemisier, non per una seduzione a buon mercato ma per la ricerca di freschezza e leggerezza. Curata e non banale la scelta dei tessuti, dal lino martellato al seersucker, al cotone naturalmente (foto in basso).  Presentazione in presenza anche per L’Arabesque, raffinato negozio di Largo Augusto, che propone una sofisticata capsule  fatta di top e giacche in cotone e lino da abbinare a gonne enfatizzate con applicazioni di crinolina, per un patchwork chic. Il patchwork è di tendenza. E’ protagonista assoluto nella collezione, presentata in digitale, di Shuting Qiu, giovane stilista di Hangzhou che ha debuttato sulla passerella internazionale nella Fashion Week milanese di settembre 2019. Abiti patchwork anche con trasparenze da TheFour, uno dei sei  brand della Budapest Select, i designers ungheresi che hanno sfilato nello Hub di Camera della Moda. Con lo sportivo futuribile di Cukovy, il sensuale fatto di trasparenze, plissé soleil, volants di Elysian, i lunghi in tutte le sfumature del rosa di Mero, il nude look e lo stile pigiama di Kata Szegedi, gli stampati nuovo barocco di Abodi.  


sabato 26 settembre 2020

TUTTO IN RETE

Non è semplice individuare le tendenze moda nelle collezioni presentate in digitale. La scenografia spesso simile, con prati, boschi, giardini, natura, sbilancia. La coreografia con ragazzi e ragazze che saltano, ballano, si abbracciano, in un’idea naive di spensieratezza fa rimpiangere gli asettici modelli dall’aria  imbronciata delle sfilate tradizionali. Nei video non ci sono storie, a meno che si considerino tali quella di Philippe Plein dove ragazze  in abiti maculati, of course, arrivano al mare su un elicottero e  salgono su ogni tipo di veicolo galleggiante, dalla barca di 50 metri all’offshore, alla moto d’acqua, purché con motore rombante, nello stile del brand. Sono in una villa  le ragazze di Sabato Russo, non saltano, ma si abbracciano, camminano per la casa e il giardino con lunghi abiti preferibilmente neri. Una villa e un parco anche per presentare la collezione di Emilio Pucci disegnata da Turno Koizumi che recupera il gusto dei colori pastello del grande maestro. Per le stampe degli abiti con una sola spallina, per le  camicie portate  come giacche, per i pantaloni. Sono più statiche le modelle nel video di Gabriele Colangelo. La natura è rappresentata solo da spighe di grano. Molti i close up sulla giacca avvitata del tailleur, sulla profilatura in cordoncino dell’abito, sulla gonna in rete, presenza ricorrente in questa stagione.  Annakiki, brand cinese, s’ispira al film Contact. Le modelle e qualche modello camminano su un tappeto volante metallico circondati da un anello come Saturno. Gli stampati di giacche e pantaloni raccontano il cielo, gli abiti hanno maniche a palloncino e grandi ruches. Per il cinese Ricostru il futuro è già qui. Nel progetto Future Living fonde tre stili, l’orientale nei dettagli e nelle decorazioni, in omaggio alle tradizioni, il Retrò nel gusto per la seducente lingerie da esterno e il futurismo nella ricerca di materiali sostenibili. Scenario diverso per il video di Cividini che propone la sfilata classica, con tanto di saluto finale degli stilisti, in un enorme loft dai muri fatiscenti (foto in basso). Completa la collezione: piccoli trench dalla vestibilità donante, gonne al polpaccio, giacche fluide. Molte le borse, nuovo elemento la cravatta. Andrea Pompilio ambienta il suo video Signorina in un tunnel, forse un rifugio del tempo di  guerra, con qualche cenno di storia d’amore. Moschino sorprende as usual e improvvisa una sfilata dove pubblico e modelle sono marionette in un atélier di sartoria anni Cinquanta. Le marionette camminano con passo traballante e senza espressione tra altre, sedute, tra cui una ha il volto e la silhouette di Anna Wintour, direttore di Vogue America, per tutti il diavolo che veste Prada. Indossano abiti importanti rosa, verdi, corti e lunghi e anche con strascico per la sposa. Sono una riproduzione in scala perfetta dei veri (foto in alto).  Laura Biagiotti trasmette in video la scenografica sfilata nella piazza del Campidoglio a Roma, di qualche giorno fa, con le modelle che scendono dalle scale restaurate con i profumi della maison

venerdì 25 settembre 2020

BORSE IN RIALZO

La borsa attraversa un momento di splendore. Che si nota in modo particolare dopo la parentesi, breve ma sentita, del No bag, per cui le donne di potere (nella moda)in mano dovevano avere solo il cellulare per chiamare l'autista. Si è capito che la borsa non è solo un accessorio, ma può caratterizzare un look, può essere la punta di colore in un insieme severo o l’elemento rassicurante in un outfit osé. Per l’assenza di taglie è uno dei pochi pezzi del guardaroba che può diventare un indovinato regalo-sorpresa, per la donna esile come per chi ha qualche o molti chili in più. In questa settimana della moda milanese si sono viste molte proposte interessanti e soprattutto una grande ricerca intorno all’oggetto. A cominciare da Serapian che nel quartier generale di Villa Mozart ha mostrato il favoloso mondo del bespoke. Si è visto solo alcune delle varianti che il cliente può chiedere della borsa Secret degli anni ’70, chiamata così per le molte tasche segrete (massimo riserbo su cosa dovevano contenere) richieste da una signora. Cinquecento i tipi di pellame e colore da scegliere nei cassetti all’interno del camino nel salotto Bespoke (foto in alto). Al debutto la mini Secret con effetto mosaico. Nuovi i porta occhiali sempre con mosaico, la busta porta-mascherina di attualità o quella in ecopelle realizzata con gli scarti del vino. Tutti pezzi personalizzabili come gli interni della lancia Dilambda Cabriolet del 1930, in bella mostra davanti all’entrata. Da Borbonese l’ispirazione è la terra dal colore caldo di Marrakech e di Petra, ricordata dagli elementi nel bel giardino, dove è esposta la collezione. Varie le forme, dalla clutch al sacco chiamato Balloon, alla piccola 110 (creata per i cent’anni della maison) da portare a tracolla o da legare alla cintura. Vari i materiali dal canvas allo suède, alla nappa oltre alla mitica stampa O.P. In canvas e nappa anche i caftani. Per Rodo il materiale dell’estate è il midollino da accostare alla nappa nella nuova Banana Bag dalla forma allungata. O nel secchiello o nella Paris Bag profilata di legno con un intarsio in plexiglas. Per la sera gli Swarovski si uniscono alla nappa con giochi di intreccio. Valextra, invece, osa il marmo. Nella collezione MarVles l’architetto e designer Patricia Urquiola impreziosisce la borsa Iside con un manico o



una chiusura in marmo, realizzati da Budri, l’eccellenza italiana nella lavorazione del marmo e delle pietre semipreziose (foto in basso).  

giovedì 24 settembre 2020

CHE ESTATE SARA?

Non è un’affermazione consolatoria, la pandemia ha portato qualcosa di buono. Come l’incremento della ricerca che ha toccato anche la moda. Federico Sangalli ha realizzato con 4Ward360, azienda italiana leader nelle nanotecnologie, una collezione a prova di macchie e di acqua che protegge da virus e batteri. Ha sfilato sul palcoscenico del Conservatorio intorno a un manichino con frac. Un frac doc, dato che era quello di Arturo Toscanini, dono di Riccardo Muti al Conservatorio, restaurato lo scorso anno nell’atelier di Sangalli. Come colonna sonora un’improvvisazione, curata dal soprano Laura Catrani, fatta di suoni spezzati, melodie, rumori quotidiani, interpretata dalle cantanti del laboratorio Il teatro della Voce. La collezione donna e uomo Emporio Armani non ha sfilato, ma è apparsa in un video girato nel quartier generale della maison in Via Bergognone. A indossarla modelli, ballerini, cantanti, personaggi legati alla community del brand. Un inno alla fluidità con somma  attenzione ai dettagli, orecchini ad anello, bracciali di plexiglas, borse grandi anche per lui o minuscole solo per lei. Intrigante la coreografia sempre in stretto rapporto con le architetture, non a caso il titolo Building Dialogues. Anche Genny sceglie il digitale e porta le modelle nel parco Giardino Sigurtà di Verona con prati immensi e perfino un labirinto. Per loro piccoli tailleur, chemisier rivisitati, anche con gonne lunghe, seducenti trasparenze. Tra le musiche Va' pensiero, in passerella una piccola borsa tricolore e un abito con top bianco, rosso e verde (foto in basso): un messaggio della stilista Sara Cavazza Facchini per incoraggiare la creatività e il made in Italy.  Giocano con gli aquiloni, fotografano, salutano, ridono, ballano le modelle  nel video del brand cinese Hui, girato nei giardini intorno all’Arena, a Milano. Nel guardaroba, fresco e donante, continui tocchi d’Oriente. Il gusto per il tailoring della tradizione partenopea e i 

 dettagli preziosi (bottoni in madreperla) si abbinano alla ricerca della funzionalità e ai colori contemporanei nel total look di Kiton, per lui e per lei (foto in alto). Trussardi per le collezioni sia maschile che femminile  rispolvera gli archivi. Guarda agli anni ’80, ma rivede la modellistica. Riedita lo stampato, propone il denim bianco per i lavaggi varichinati, o il trench in pelle effetto vinile, sconvolge nelle dimensioni il piccolo pull a rombi.  Mario Dice sfila dal vero nell’imponente cortile  di Palazzo Turati. La ricerca dei tessuti è dominante. Si va da un sangallo geometrizzato per abiti flou, larghi pantaloni, casacche,al pied-de-poule gigante degli spolverini,  delle tuniche, degli chemisier, alla rete per la tuta con frange.   

mercoledì 23 settembre 2020

PRONTI, AI POSTI, VIA!

 


“Viva l’Italia” è uno dei messaggi di speranza e ottimismo di Angela Missoni nel video che apre questa edizione della Fashion week milanese, fra la presenza e il virtuale. Non a caso il corto è girato a S.Maria del Monte, paesino che si affaccia sul lago di Varese, dove è iniziata la storia della maison. Solo due i modelli, due ragazzi italiani Vittoria ed Edoardo, che si aggirano per le strette strade e lungo le colline con la nuova collezione primavera-estate 2021. A formare quasi delle cartoline, filo conduttore del corto. “Mio padre mi mandava  cartoline da  tutti i suoi viaggi e io ancora le colleziono” spiega Angela. Guarda lontano, invece, all’Africa, Gianluca Capannolo per l’ispirazione dei suoi disegni stampati sui caftani in seta, sulle tute passepartout per tutti i fisici, ma anche sui blazer del tailleur pantalone in un maculato rivisitato (v.foto).  Come può una T-shirt bianca diventare un capo chic e unico, o un abito di cotone immacolato con balza essere il dress code per una cena elegante? La risposta la dà Simonetta Ravizza con l’Inno alla semplicità. Ecco che con una tasca in kid la T-shirt acquista stile, con un corpino o un reggiseno in pelle sovrapposto l’abito lineare diventa particolare. Colori dominanti beige e bianco, con tocchi di turchese e verde, immancabili in estate. Mila Schön punta sull’essenziale e propone pochi pezzi assoluti, adatti per innumerevoli combinazioni personali. Per introdurre il concetto realizza un cubo-installazione con le immagini di varie donne alcune delle quali con il viso ritagliato, dove introdurre il proprio. C’è il completo pantaloni, il caftano in un tessuto che non si stropiccia, l’abito con la stampa a onda, in argento per la sera e poi lo spencer e lo spolverino reversibile, omaggio alla grande Mila. Sì, i cappelli stanno tornando di tendenza, ma devono avere qualcosa in più. Non basta la rivisitazione del passato e così Genevi


ève Xhaet per Flapper, guarda agli incredibili fotomontaggi di Dora Maar, fotografa e pittrice, nota anche per la sua relazione con Picasso. Sul cappello a tesa larga spicca il rilievo di una mano o quello di un volto maschile, o esce una lente visiera (v.foto).  Da una cuffia escono due lunghe trecce, dal turbante da femme fatale due sciarpe da annodare o da legare come una mascherina sul viso. Perfino il berretto da baseball ha code in seta e la borsa in paglia si sdoppia e diventa una

toque
e un secchiello. Momonì invita a guardare al futuro con speranza. Con una collezione dai dettagli raffinati e preziosi, dove le stampe e i colori evocano  viaggi in paesi lontani e con un video sulla rigenerazione. Girato dalla giovane regista Giulia Achenza  a Venezia, tra l’Hotel Aman sul Canal Grande, il Museo Grimani e l’isola Sant’Erasmo,  racconta  di una figura femminile, odierna Fenice, che riemerge dopo un lungo sonno verso una vita luminosa. 


domenica 20 settembre 2020

LUGANO BELLA

Si è riaperto il MASI di Lugano con una hall rinnovata e mostre che valgono ognuna un viaggio, quindi nel perfetto stile del museo. Dal 19 settembre fino al 21 febbraio, da vedere nel salone del piano interrato, in una personale-omaggio a Hans Josephsohn per i cent'anni dalla nascita, le sue sculture realizzate tra il 1950 e il 2006. Prussiano di Königsberg, con una giovinezza travagliata per le origini ebraiche che gli impedirono tra l’altro di frequentare scuole d'arte, è ritenuto uno dei principali scultori del XX secolo. Le sue opere, a prima vista inquietanti, catturano lo sguardo nel giro di qualche minuto fino a prendere e sedurre completamente. Sono busti, teste, figure intere in piedi (v.foto in basso)o sdraiate, che ritraggono soprattutto donne. L'aspetto è grezzo come quello di una pietra, frutto in realtà di un accurato lavoro su un anima di gesso e una fusione di ottone. A poco a poco, come una magia, si vede

emergere un profilo, un naso, un sorriso, delle mani. Nella figura della donna sdraiata s’intuisce addirittura una sensualità che ricorda i nudi del Canova. Interessante il rapporto delle opere tra loro e quello con la luce, che spiega la scultura collocata al centro della piazza davanti al museo. Aperta il 6 settembre fino al 28 marzo, la mostra Tra le ciglia, con i lavori di PAM, alias Paolo Mazzucchelli (Lugano, 1954). Centocinquanta opere che raccontano, non in modo cronologico, il percorso di un artista che usa linguaggi diversi, spesso in contrasto. Mette insieme la perfezione del disegno compiuto al surreale puro. Lavora con le macchie, inserisce in riquadri. Narra il mondo vegetale e quello animale (v.foto in alto ) con il filo del pensiero, delle tensioni, delle problematiche d'attualità. Non d’immediata comprensione, ma di notevole suggestione. Non è nel MASI, ma rientra nel suo circuito What's new , dal 19 settembre al 13 dicembre, nel vicino spazio della Collezione Giancarlo e Danna Olgiati. Appuntamento fisso ogni sei mesi, anche questa mostra propone, in un nuovo allestimento, le ultime acquisizioni della coppia di collezionisti. Accanto a pezzi di grandi maestri ci sono i lavori di giovani e promettenti artisti affiancati, secondo un criterio di connessioni formali, di linguaggio, di tematiche, ma soprattutto di ricordi ed empatia. Quello che costituisce il piacere del collezionismo secondo Giancarlo e Danna.

giovedì 17 settembre 2020

QUANDO LE CORBUSIER ERA JEANNERET



Chi non è convinto che "viaggiare apre la mente" o pensa sia solo una frase fatta dovrebbe vedere I disegni giovanili di Le Corbusier 1902-1916 al Teatro dell'architettura di Mendrisio, all’interno del Campus dell’accademia di architettura-Università della Svizzera italiana, dal 19 settembre fino 24 gennaio 2021.  Nella mostra, curata dalla storica dell’arte francese Danièle Pauly, schizzi, gouaches, acquerelli, disegni che Charles Edouard Jeanneret, futuro Le Corbusier, realizzò dall’età di 15 anni. Sono ritratti, nature morte, nudi femminili, studi di animali e di alberi, ma soprattutto paesaggi, edifici, dettagli di palazzi. Raccontano i viaggi del giovane Jeanneret, fra il 1902 e il 1907 quando ancora pensava di seguire la vocazione di pittore e frequentava l’Ecole des arts appliqués di La Chaux-de-Fonds, suo luogo di nascita, il soggiorno dal 1908 al 1909 a Parigi, fino al ritorno in Svizzera dal 1912 al 1916, quando comincia l’attività di architetto. Si passa dai frammenti di un tappeto alla moschea di Istanbul e le barche sul Bosforo. Dalla veduta di una strada e del castello di Praga a un paesaggio con montagne azzurre. Da una veduta di Corfù a palazzi e chiese italiane, con una particolare attenzione al medioevo. Dagli studi sulle vetrate di Notre Dame a Parigi all’Acropoli di Atene e le colonne del Partenone. Come ha fatto notare Mario Botta, progettista del Teatro dell’architettura nonché presidente della Fondazione Teatro dell’architettura, specie nei disegni delle colonne del Partenone si percepisce quasi un’ossessione per i dettagli architettonici. In certe opere sembra di poter individuare come sia avvenuto il passaggio, se così si può dire, da pittore ad architetto. Curato l’allestimento, che utilizza i colori della palette creata da Le Corbusier e che un’azienda svizzera ancora produce, come ha ricordato Marco Della Torre che ha collaborato con Danièle Pauly. Accanto alle opere, in un percorso cronologico, solo dei numeri per far riferimento a un piccolo catalogo con i titoli e l’anno di realizzazione e la collezione da dove provengono. Una mostra, come ha detto Riccardo Blumer direttore dell’Accademia, ideale per riaprire l’università agli studenti dopo il lockdown, dato che fa capire come sia maturata la vocazione di architetto di Le Corbusier quando aveva la loro età. Completa l’esposizione la rassegna  Living Le Corbusier, a cura di Silvia Robertazzi e Marco Della Torre, in collaborazione con Milano Design Film Festival. E’ una selezione di film  di registi francesi, italiani, svizzeri, tedeschi, sul grande architetto, tra cui quello sulla città indiana di Chandigarh, da lui progettata, realizzato da Alain Tanner.  


martedì 15 settembre 2020

CAMMINA CAMMINA...



Nelle diete, dimagranti (e quali se no?) nessuno parla più di cibi, calorie, ginnastica. Si parla di passi, tutt’al più i meno aggiornati, un po’vetero parlano di chilometri. I cellulari quest’estate sono stati 
molto usati come
contapassi, con successivi commenti “Ne ho fatto tot”, “Me ne mancano tot”,”Ma ieri ne avevo fatto tot”, “Domani voglio farne tot” eccetera. Camminare è la scoperta dell’anno. Certo con qualche legame con pandemia e lockdown (mezzi pubblici da evitare, palestre chiuse, meno possibilità di fare sport), ma anche per una nuova presa di coscienza sulla sostenibilità. Abolite o rimandate le maratone, ecco nuove formule di camminare istituzionalizzato. Nella Settimana europea della mobilità sostenibile, dal 16 al 22 settembre, L’Associazione GenovApiedi ha organizzato a Palazzo Ducale di Genova martedì 22 un incontro dal titolo Camminare-Valore universale, etico, ecologico, salutare, di conoscenza dell’ambiente e di sé. A parlarne, tra gli altri, Cristiano Fiore responsabile del sito 101giteinliguria.it che traccerà un programma dei percorsi a piedi in Liguria, mentre Pietro Tarallo, presidente Neos giornalisti di viaggio, autore di varie guide, parlerà dei cammini del mondo. Perché, come sosteneva Bruce Chatwin e da cui ha tratto ispirazione GenovApiedi “Camminare non è semplicemente terapeutico per l’individuo ma è un’attività poetica che può guarire il mondo dai suoi mali”. Il camminare può diventare un modo per scontare una pena e sperimentare le regole di convivenza. La fondazione Exodus di Don Mazzi ha, infatti, dato il via al progetto Carovana, per i ragazzi tra i 14 e i 17 anni, che partiti dalla Val Masino (Sondrio) attraverseranno Alpi e Appennini a piedi, per tornare a Milano solo per la vigilia di Natale. Ovviamente sostenibilità non significa solo camminare. Le proposte parlano anche di mezzi. Tra le più recenti la campagna A ride di Pornhub, meglio non lasciarsi condizionare dal nome, che per sensibilizzare sul tema, ha offerto la possibilità, nel week end dall’11 al 13 settembre, di sperimentare gratuitamente lo sharing elettrico su due ruote di Mimoto, in varie città italiane.

venerdì 11 settembre 2020

MODALITA' DI MODA


Sì, si può parlare di svolta epocale. La pandemia ha fatto crollare certezze, rivoluzionato istituzioni, generato nuovi modi di pensare, di lavorare, di comunicare. Il settore tessile e dell’abbigliamento è stato uno dei più colpiti. “Il fatturato dell’industria italiana della moda è diminuito del 30% rispetto al primo semestre del 2019 con una contrazione particolarmente marcata nel secondo trimestre” dice un comunicato di Camera della Moda e non sembra vicina una ripresa: “Rispetto alle previsioni formulate a inizio luglio, l’evoluzione nei mesi successivi e la dinamica degli ordini indicano un peggioramento”. La moda ha reagito individuando nuove modalità. Un banco di prova è settembre, mese clou per le fashion week di tutto il mondo, dopo la sperimentazione delle sfilate in digitale di luglio. A New York diversi brand sfileranno in streaming e altri come Michael Kors non ci saranno. Chiara Boni, presenza fissa della Grande Mela, ha presentato la sua collezione total white sulla spiaggia di Forte dei Marmi, con un’intrigante coreografia fra il surreale e il felliniano (v.foto). Giorgio Armani, primo a sfilare a porte chiuse già a febbraio, anche questa edizione non aprirà il suo teatro. La sfilata Giorgio Armani sarà trasmessa sulla 7 in prima serata, oltre che sulla piattaforma di Camera della Moda. Per Emporio Armani il video Building Dialogues, sulla piattaforma digitale di Camera della moda e sul sito del brand, vedrà modelli, modelle, personaggi, ballerini, cantanti dialogare con l’architettura del quartier generale di Via Bergognone. White conferma le sue date dal 24 al 27, grazie anche al progetto Milano loves Italy. Il salone con Best Showroom, nuova associazione con più di 50 showroom milanesi, e il Comune di Milano hanno unito le forze per far ripartire la capitale della moda. Sul concetto di fare sistema sempre auspicato, ma poco attuato, si basa anche Alined Network un portale online, business to business, dai punti vendita ai gruppi d’acquisto. E’ stato creato da nove soci che fanno capo a otto showroom indipendenti con oltre 200 brand rappresentati. Il loro obiettivo, soprattutto in un’ottica di esportazione, è garantire un’offerta a tutto campo, “modulata in un’interessante pluralità e proiettata nel futuro”.

giovedì 10 settembre 2020

VOLARE OH ! OH !


Il tema Icaro continua a intrigare, anche se deltaplano, bungee jumping e simili stanno rispondendo in qualche modo all’innato desiderio di volare. Nella mostra Icaro delle cadute - Lucia Lamacchia e Franco Raggi, alla Galleria Francesco Zanuso di Milano, i due artisti trattano l’argomento con sdrammatizzante ironia, come si può intuire dal titolo. I loro disegni sono in perfetto parallelismo. Lamacchia, grafica e art director che dal 2010 dedica la ricerca artistica allo studio del vuoto, ritrae persone, animali, talvolta oggetti in caduta libera. Raggi, architetto e designer, risponde con i suoi Luoghi organizzati per cadute improbabili, paesaggi immaginari dove si può atterrare. I disegni non sono in sequenza precisa, ma l’allestimento con i lavori di Lamacchia, sovrapposti a quelli di Raggi, può lasciare intendere un ipotetico percorso al visitatore più pigro. Svariato il campionario umano. Dalla Casalinga che vola a gambe unite al Torero che va giù di testa, dal Pugile che continua a boxare in orizzontale al Direttore che sembra dirigere nell’aria (foto in alto). Più limitato il bestiario tra cui un cavallo, un gatto e, a sorpresa, anche un uccello. Con il tratto di progetti architettonici i disegni di Raggi raccontano luoghi surreali per accogliere i nuovi Icari. Dal materasso circondato da un recinto di panni stesi alla pila di materassi in un pezzo di casa sospeso nel vuoto. Dall’incrocio di muretti su una distesa di sabbia a zatteroni con bandiera sul mare, dove sono allineati enormi wunster (foto in basso) fino a strani pezzi di traliccio che sorgono dal nulla.  La mostra, a ingresso libero, è aperta da oggi fino al 1° ottobre, da lunedì a giovedì, dalle 15 alle 19, venerdì su appuntamento(tel.3356379291 – francesco.zanuso@gmail.com).