mercoledì 31 agosto 2016

PASSEGGIATA DE MA







In due chilometri sono concentrati panorami d’eccezione, natura sorprendente, architetture di cinque secoli, citazioni e storia. Non a caso Beba Marsano, nel libro in uscita dall’eloquente titolo Vale un viaggio, la mette tra le 101 meraviglie nascoste d’Italia e tra le cinque in Liguria. La passeggiata a mare di Nervi che  dal porticciolo arriva all’antico scalo di Capolungo è davvero speciale. Le sorprese sono disseminate ovunque, inaspettate e vistose, o nascoste e da scoprire. E ogni volta si trova         
qualcosa di non visto. Nata ai primi Ottocento come sentiero per i contadini e soprattutto i pescatori della zona, diventa passeggiata  turistica da un’idea del marchese Gropallo nel 1862. Intitolata alla Principessa di Piemonte fino al 1944, dal 1945 si chiama Passeggiata Anita Garibaldi, con un breve intervallo  durante la Repubblica di Salò in cui prende il pomposo e fuori luogo nome di Passeggiata X flottiglia Mas. Conserva il nome del marchese ideatore il torrione cinquecentesco,  che faceva parte del sistema di fortificazioni per difendersi dai corsari. Venendo da ponente fa da sfondo  all’ Hotel  Marinella. A picco sul mare con grande terrazza e la forma di una nave è un tipico esempio  di architettura del Ventennio. Chiuso da anni è in un colpevole abbandono. Molti gli stabilimenti balneari, dove nelle rocce si formano piscine naturali e si ricava lo spazio per  le chaises longues e i tavoli. Alcuni, aperti anche  nei week end di novembre e dicembre, sono i luoghi deputati per aperitivi e cene alternativo-chic. Tra i locali Amarcord, invece, quasi alla fine della passeggiata, il Pub del Duca con la veranda in legno.  Si racconta che qui sia nata la storia d’amore fra Ava Gardner e Walter Chiari. A pochi metri una creuza porta alla piccola Stazione di S.Ilario, dismessa da più di 50 anni.  Vicino, in un incavo del muro  c’è un libro di ceramica con un acrostico, omaggio a Fabrizio De André e alla sua Creuza de ma, del cantautore genovese Max Manfredi. Ricorda che qui arrivò e partì Bocca di Rosa, in cui s’identificano la metà delle anziane prostitute dei caruggi. 






martedì 23 agosto 2016

A LOVELY WAY TO SPEND AN EVENING




E’ strano che in tempi come questi in cui l‘emigrazione è uno dei problemi più pressanti, siano in molti, e spesso sono quelli contrari all’accoglienza, ad avere dimenticato che gli italiani per decenni ne sono stati al centro. Non per fuggire alla guerra e alla morte, ma costretti dalla ricerca di un lavoro per sopravvivere. Fa piacere quindi che qualcuno prenda l’iniziativa di ricordarlo con una mostra di oggetti e documenti a testimonianza. Succede a Lumarzo paese di 1600 anime nell’entroterra ligure del Levante, dove l’emigrazione in America è stata davvero forte. La scelta di Lumarzo non è casuale. Da nove anni, in agosto, si tiene Hello Frank!, per festeggiare un celebre concittadino. Qui a fine Ottocento nasceva Natalina Garaventa, mamma del più famoso Frank Sinatra, emigrata negli Stati Uniti da bambina. Di lei c’è ancora la casa, dove vicino è in progetto di costruire un piccolo museo. Le sere del 24 e 27 agosto il paese sarà quindi in  festa con concerti e spettacoli intorno alla piscina e nella frazione di Rossi, con un potente contorno di stand gastronomici. Un piacevole modo per passare una serata e per conoscere uno dei luoghi incredibili e sconosciuti d’Italia. E Lumarzo, che appare inaspettato e improvviso nella sconfinata e deserta Valfontanabuona, lo è sicuramente. Tra gli animatori-sostenitori lo storico ristorante Zeffirino, il cui straordinario pesto era il preferito di The Voice. Sinatra non solo se lo faceva mandare in grossi quantitativi ma nei concerti voleva una postazione-cucina per gustarne un piatto prima dell’esibizione.  Lo ha raccontato insieme ad altri aneddoti Luciano Belloni, terza generazione di Zeffirino. A novembre tra l’altro ha organizzato un’edizione invernale di Hello Frank! in attesa dei risultati delle elezioni presidenziali con commenti in diretta e  piatti americani rivisti alla genovese.

domenica 21 agosto 2016

UNA FIABA PER ADULTI




Ci sono fiabe per bambini con possibili interpretazioni per adulti e fiabe per adulti nel senso che solo l’adulto può percepirne il lato surreale. S.Fruttuoso potrebbe essere l’ambientazione di una di queste. Specie se ci si va di sera via mare. Si costeggia un muro di rocce nere a picco sull’acqua con solo il riflesso argenteo  della luna. Appare di colpo l’abbazia medioevale con smerli e torrette. Qualche luce racconta che è abitato. Sbarcati sul piccolo molo dopo un tortuoso passaggio obbligato con scale che scendono e salgono nella roccia ci si ritrova nella  spiaggia di grossi sassi. Fra le chaise longue ripiegate si muovono due masse nere pelose.                              Sono due cinghiali, maschio e femmina, scesi cuccioli e spauriti un anno fa dal bosco. Nutriti dai pochi residenti sono diventati dei mansueti pet. Attraverso una galleria che serve da riparo per le barche si arriva al chiostro. Per l’ultima serata in programma c’è un quartetto jazz che suona:i grandi classici con  rivisitazioni e nuove composizioni di uno degli stessi musicisti. Il pubblico molto variegato partecipa attento. Nessuno sta fermo, c’è chi muove la testa , chi il piede, chi tutte e due le gambe all’unisono. Una copia balla in un angolo. Un’altra culla un neonato. Dal loggione, l’arcata superiore, una bionda con un abito che le lascia nuda la vita, si muove, ispirata e sensuale. Quando i musicisti dopo gli applausi lasciano i loro strumenti per una pausa, la gente si disperde fra i chiostri e i giardini intorno. Scorci spettacolari, angoli misteriosi, verde selvatico e piante preziose con coltivazioni speciali. C’è chi osserva le aiuole con dediche, chi si sofferma a contemplare le tombe dei Doria, primi inquilini del castello. Chi si entusiasma per la vista, chi cerca di vedere cosa fanno i cinghiali, chi guarda nelle teche testi e oggetti che documentano la storia del luogo.  Qui una notte c’è stata un’intrusione racconta Alessandro Capretti, direttore del sito, uno dei trenta del FAI. Tutto è stato messo in subbuglio. L’autore dell’atto vandalico è stata una faina, rimasta impunita, perché datasi alla fuga. E’ uno dei tanti animali che vivono indisturbati nascosti nel fitto bosco del Monte di Portofino. Tra i più facili da incontrare oltre i cinghiali adolescenti qualche  capra, con le corna arrotolate… proprio come nelle fiabe dei bambini.

venerdì 19 agosto 2016

TRECCANI? NO, POKEMON



Chi avrebbe pensato che in un paese della Liguria Chico Mendes il famoso seringueiro (raccoglitore di caucciù) e ambientalista  avesse vissuto e insegnato ai ragazzi della scuola media(v.foto)? O ancora che in una chiesa anonima di un entroterra  sconosciuto ci fosse un quadro di scuola caravaggesca? Resti romani, testimonianze di passaggi di personaggi doc, teatri di battaglie, luoghi con qualche caratteristica speciale, storica o naturale, ormai si possono scoprire, senza ricorrere a testi o mappe di autorevoli enciclopedie. E questo è solo la parte secondaria del gioco dell’estate. Definizione impropria,  dato che la ricerca dei Pokemon, perché di questo si tratta, è in ballo da mesi e ha tutta l’aria di continuare oltre l’autunno. Le città d’arte sono piene di famigliole con papà o mamma che consultano guide, mentre i figli millennial smanettano sui loro smartphone. E non per avere notizie più aggiornate sul sito storico o artistico, ma per trovare  serpenti, tartarughe, scoiattoli e altri pocket monsters   che la Niantic, società di sviluppo software, prima parte di Google, distribuisce virtualmente nel territorio. E guadagnare punti. Ma la cosa interessante è che i maggiori ricercatori di mostri tascabili sono i trenta-quarantenni, per cui il gioco è diventato una medicina antistress.  A Milano lo Wow Spazio Fumetto è stato trasformato in un Pokestop e il vicino Parco Oreste del Buono è diventata una palestra dove far combattere i propri mostriciattoli. Non solo, dal 1° settembre al 2 ottobre al Museo del Fumetto ci sarà una mostra per celebrare i vent’ anni dei Pokemon. Di fronte ai numerosi entusiasti, anche con profilo e livello culturale insospettabile, sono in aumento i detrattori. E se l’interdizione ai Pokemom in Iran rientra negli schemi il caso di Bressolles, piccolo paese vicino a Lione fa notizia. Qui il sindaco ha chiesto alla software house californiana la rimozione totale del gioco, per la dipendenza che può generare nei giovani.