martedì 26 giugno 2018

IL CAVALIERE VERDE




“La mostra non è solo un omaggio, a vent’anni dalla morte, per il ruolo importante che ha avuto nella scena artistica ma un risarcimento per non essere stato capito dalla critica nell’esposizione nel 1992”. Così ha detto Domenico Piraina direttore di Palazzo Reale di Milano, nel presentare Alik Cavaliere. L’universo verde, da domani al 9 settembre in varie sedi, con il focus nella Sala delle Cariatidi, a Palazzo Reale, dove appunto l’artista espose nel 1992. L’affermazione non è né esagerata né di circostanza, ma doverosa per un grande  maestro  che fra i primi ha affrontato il tema ambientale ed ecologico. Come ha ribadito Filippo Del Corno, assessore alla cultura, Cavaliere ha evidenziato la relazione tra uomo e natura e visto  la natura non solo come “matrice di immaginario” ma come “irrinunciabile prospettiva di vita”. Per Elena Pontiggia, curatrice della mostra, nessun artista nel Novecento ha scolpito come lui “il mondo della vegetazione”, “l’universo verde delle foglie”. Un filosofo-scultore capace di intrecciare e mettere insieme voci, linguaggi, esperienze diverse. Dall’ispirazione a De Rerum Natura di Lucrezio e al mito al realismo. Dall’informale, con una ricerca, sulle orme di Giacometti, della linea nello spazio, piuttosto che del volume, al surrealismo di cui ne sono esempio le mele,  omaggio a Magritte. Nella Sala delle Cariatidi, cornice perfetta con la sua affascinante fatiscenza e le sue rovine, ecco gli oggetti chiusi in una rete metallica, gli arbusti piegati, l’armadio per le mele, la gabbia in cui è imprigionato un cardo, fino alla grande pianta, che è Dafne trasformata in albero, ma non inseguita, come nel mito, da Apollo.  Al Museo del Novecento ci sono Le avventure di Gustavo B., sculture e dipinti che raccontano le vicende surreali di un certo signore, alter ego dell’artista (al centro). A Palazzo Litta, nel giardino del Cortile d’onore, spicca una grande installazione, mentre alle Gallerie d’Italia le opere riprendono il tema della natura chiusa nelle gabbie e della libertà (in alto). All’Università Bocconi sono esposte le incisioni realizzate a quattro mani con Vincenzo Ferrari, e al Centro Artistico Alik Cavaliere di via De Amicis ci sono, all’interno e nel giardino, opere di varie dimensioni  fra cui il quasi pop E ne ha così assoluta certezza quanto se n’abbia l’istessa natura, realizzato tra il 1966 e il 1977 in bronzo, acciaio e plastica(in basso). Edito da Silvana Editoriale il catalogo, con testi di Elena Pontiggia e altri critici, una poesia sull’artista di Miklos Varga e una testimonianza della figlia Fania
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giovedì 21 giugno 2018

TUTTO PUO' SUCCEDERE



Succedono molte cose prima, dopo, durante le fashion week. In quelle dell’uomo a giugno, specialmente, forse perché a ridosso dell’estate tutti hanno voglia di dire la loro. A Firenze  è iniziata con il Pitti e finisce domani, la mostra Fanatic Feelings, dedicata ai Mondiali di calcio nel Complesso di S.Maria Novella. Nei saloni, a fianco dei chiostri, video e            
foto dei goal e dei momenti magici, ma anche di sfilate con capi che allo sport si ispirano, macrofoto delle maglie degli azzurri anno per anno e un’installazione in legno che simula il disordine lasciato dai tifosi sugli spalti (a destra). Può sembrare un contentino per la Nazionale  esclusa, confermato da altri segnali. Come il lunghissimo calcetto argentato con 

intorno le nuove sneakers da Corneliani al Pitti (in alto). Sempre a Firenze ci sono state aperture o rinnovo di boutique.   Moda femminile da Distante Cashmere, nell’articolato e accogliente spazio in Via dell’Oriuolo: variazioni sul tema del blazer e una capsule con otto pezzi risolutivi per chi viaggia. A Milano Giulia Rositani ha colto l’occasione della fashion week per mostrare, sulla Terrazza Martini, abiti, gonne plissé soleil, bluse over  con  disegni e ricami, da lei eseguiti e poi riprodotti sul tessuto, che raccontano la favola del Drago e La Fenice. Dalla pittura negli abiti ai disegni di abiti. Flavio Lucchini, mitico direttore di Amica e di Vogue Italia degli anni ’70-'80, ha realizzato un cahier, in 100 copie, con disegni a tempera e colori acrilici  di schizzi presi dalle sfilate di Giorgio Armani, Romeo Gigli, Gianni Versace, dal 1989 al 1993. Esposti nella My own gallery al Superstudio più. Arriva a Firenze con una sfilata maschile (al centro) e poi a Milano con un’interessante relazione del suo CEO Javad Sedghamiz, Persian Idea. E’ un innovativo ecosistema per lo sviluppo della Fashion Industry con base in Iran. Obiettivo entrare nel sistema moda internazionale attraverso l’Italia. E i numeri, cioè determinazione e creatività, ci sono. Non manca la presentazione di un libro. S’intitola Donne 6.0 Il lato forte di una certa età. Le autrici, al loro terzo lavoro a quattro mani, sono le  giornaliste di moda e costume Daniela Fedi e Lucia Serlenga. I consigli ci sono, così come le curiosità, magari carpite a una gola profonda con contatti all’Eliseo per i segreti di una deliziosa Première dame. Ma, come anticipa il titolo e conoscendo la scrittura delle due signore, è l’ironia la vera protagonista, quella che permette alle over sixty di competere in seduttività anche con le under anta.

lunedì 18 giugno 2018

GRAN FINALE




Ultimo giorno di moda maschile a Milano. Dopo Giorgio Armani e Fendi, sfilano gli emergenti, supportati da Camera della Moda. Come Aalto, marchio femminile parigino lanciato nel 2014 dal finlandese Tuomas Merikoski. Donne, giovani e meno giovani, solo qualche modella, corrono o 
          camminano stile maratona. Con spolverini, completi jeans, abiti, bermuda attillati, costumi da bagno, con tagli semplificati e tessuti innovativi. Il nome Hunting World può trarre in inganno e suscitare diffidenza. Errore. Niente sahariane o tenute da cacciatore della savana, ma ispirazione  alla natura, marina in particolare, come dice il video lungo la passerella.  Niente animali cacciati, ma stampe con i sette mari o scene marittime. Giacconi, spolverini e impermeabili da velista, anche nei toni accesi dell'arancione. Da Sartorial Monk ragazzi e ragazze sono scalzi, as usual. Per loro capi di ogni genere:  dall'abito per lui alla gonna portafoglio per lei, dalla giacca lunga a quella corta per lui, all'abito per lei. Tutto ha tagli sartoriali, come dice il nome, e nella prima uscita è bianco. Poi seguono i colori e gli stampati. Chiude le sfilate Frankie Morello in un’ambientazione spaziale e musiche da Odissea nello spazio. La passerella si apre con la tuta argentea da astronauta per lui e per lei, si chiude con capi dagli inserti cangianti, sulla giacca di lei e sul completo di lui (in basso), passando da stampe con Madonne e Assunzioni in cielo. Simple beauty by the sea  è la collezione di Testoni dove l’azzurro Heaven domina. Intrecci per slip on e slippers (al centro). Nelle sneakers suole di sughero. Debutta a Milano Spyder, marchio americano che da trent'anni veste la nazionale di sci Usa. E via via altri sport. Con un lavoro di ricerca tale da aver creato una linea per uomo e per donna sfruttando il know-how. Inediti quindi i tessuti, intelligenti i dettagli, come la zip del biker che si apre a strappo.  Buon successo per White. Tra le novità White Street Market, un salone nel salone aperto a tutti, con capi, accessori, oggetti che piacciono ai millennials. Dalle sneakers ai jeans, ai gioielli fino alle tavole da surf che un artigiano appronta in uno stand. Il tutto condito con mostre fotografiche come la New York dagli anni ‘80 a oggi, attraverso 50 scatti di Rick Powell. O i movimenti giovanili dal ‘60 in poi. Dalle postazioni internet, usate per i videogiochi o per vedere i Mondiali, agli incontri su temi vari. A White lo stilista ospite è Matthew Miller, inglese 35 anni, con una collezione  dove la funzionalità va di pari passo con la sorpresa dei materiali, tecnologici come il tensel, spesso riciclabili. La giacca ha una cintura che allacciata a un gancio serve da tracolla per portare la giacca stessa sulla spalla (in alto). Ultrachic propone un assaggio della collezione donna che mostrerà a settembre. E mette i capi su manichini con testa di animale. Nel basement spicca  m140 dove m sta per Milano e 140 è il numero civico di una via di Abbiategrasso, dove è collocata la fabbrica del nonno di pigiami e vestaglie, dove tutto è partito. Ora anche con quei cotoni a righe gli intraprendenti nipoti creano camicie-giacche a effetto.

domenica 17 giugno 2018

PASSERELLE MILANESI






Certo la visione di Milano dal 39° piano, in una giornata tersa, distraeva un po' dai capi. Ma presentare la  collezione sul terrazzo del Palazzo della Regione, al di là della spettacolarità, ha una ragione per  Eleventy. Come ha spiegato il direttore creativo Marco Baldassari (nella foto in basso tra i modelli) il brand rappresenta  lo stile milanese da esportare nel mondo, che non significa solo vestire ma anche stile di vita. E il luogo è coerente. La giacca sartoriale si abbina al jeans stracciato o al chino. I tessuti classici si contaminano con quelli dello sport. L’abito è indossato con la felpa. La cravatta si porta sulla camicia in denim. Sabbia, grigio con flash di blu e rosso, i colori. Anche Santoni sceglie una location molto milanese, ma diversa: Giacomo Rosticceria.  Espone le scarpe nella 

bacheca di vetro sul 
banco e offre panini con gelato e mortadella. Dalla milanesità al percorso del Mandala di Etro, dove i temi sono sostenibilità, biodiversità e amore per la natura, che Kean Etro ha sempre sostenuto. Si cammina su scarti di moquette usati nelle sfilate, tra bambù e palme recuperati a Km zero. Si incontrano  l’erborista, l’agricoltore, il biologo, il giardiniere. Si guarda i documentari di Thomas 

Torelli. Nella collezione i tessuti sono sostenibili, come quelli ottenuti dai gambi di ortica per i pantaloni o dalla rafia per parka e bomber. Car Shoe propone un mocassino con il logo, ma lo chiama con ironia unbranded. Debutto alla fashion week per Big Uncle, brand creato nel 2014 da Sabino Iebba e Riccardo Moroni, che utilizza cotoni e lino con nylon e materiali tecnologici. Le giacche-camicie allacciate fino al collo, hanno ai 

polsi cinturini con velcro. Tabacco, grigio e pastello i colori, su cui spiccano termo-nastrature esterne e interne in tonalità accese (foto a destra, in alto). Una collezione donna con qualche uscita maschile quella di Vìen, disegnata da Vincenzo Palazzo. Nelle righe e nei colori, forte l’influenza degli abiti dei Masai. Si ispira al Tibet Wolf Totem che apre la passerella con inquietanti ululati e uomini con maschere di lupo in una specie di gabbia. Lo stilista, Colin Jiang, cinese di Hong Kong, applica su T-shirt, giubbotti, capi in plastica e pelle, ricami e dipinti dei tatoo e delle maschere della tradizione in cui predomina appunto il lupo (foto a sinistra in alto). Palm Angels sfila al tramonto nell’ex scalo ferroviario di Via Lorenzini, di fronte alla Torre Prada, tra le tensostrutture per i concerti. Location ideale  per una collezione da millennials frutto di un’attenta esplorazione dei movimenti culturali americani e di una ricerca sui materiali tecnici, davvero  svariatissimi (foto a destra in basso).