sabato 30 aprile 2022

LO STRANO CASO DELLO SCRIVANO

Sembra un pezzo contemporaneo, ambientato però nella New York di Wall Street dei primi del Novecento, per la figura dello scrivano, scomparsa con la macchina da scrivere. E invece Bartleby, al Teatro della Cooperativa di Milano fino a questa sera, è tratto dal romanzo Bartleby lo scrivano, scritto da Herman Melville addirittura nel 1853. Quel 
Melville considerato uno dei massimi scrittori, ma conosciuto dai più solo per Moby Dick. Anche se la sua produzione è stata copiosa e in vari suoi racconti ha affrontato tematiche molto avanti per i tempi.


Bartleby lo scrivano è sicuramente uno di questi. In scena Luca Radaelli, che ha curato la traduzione, nella parte di un brillante avvocato di un importante studio. E’ lui che in perfetto completo tre pezzi racconta del neo-assunto Bartleby, impersonato dal giovane Gabriele Vollaro, che in contrasto  con il frenetico e già allora workaholic mondo di Wall Street guidato dal dio dollaro, si rifiuta di lavorare, rispondendo a ogni richiesta “Preferirei di no”. Un rifiuto che non si limita al lavoro, ma si estende al socializzare, al nutrirsi, al guadagno fino addirittura al vivere stesso. L’avvocato non riesce a capire il giovane, che arriva a dormire nello studio senza mai uscirne. Fino a spingerlo a trasferirsi in un altro palazzo, non riuscendo a mandarlo via, senza adottare maniere forti. Una situazione surreale che in certi momenti appare comica e fa ridere. Ma pone interrogativi, fa riflettere. Grazie anche alla straordinaria interpretazione di Radaelli si arriva a capire e condividere l’incapacità dell’avvocato di cacciare lo scrivano e anche le sue visite in carcere, dove Bartleby è finito per vagabondaggio denunciato dai vicini. Bartleby è una commedia  in cui i pensieri e gli stati d’animo sono in primo piano,  che riesce però ad avere anche una trama ben costruita. Dovuta alla capacità di Radaelli di sospendere il monologo e diventare, di volta in volta, i suoi collaboratori Chela, Tacchino, Zenzero, con personalità ben definite, i vicini di casa infuriati dalla presenza di Bartleby, il secondino comprensivo e il cuoco bonaccione del carcere.  Essenziali e impeccabili la regia e la scenografia di Renato Sarti.  Coerenti le musiche di Carlo Boccadoro. Lo spettacolo chiude la rassegna Controventi per celebrare i vent’anni del Teatro della Cooperativa. 

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