Potrebbe essere un esempio di quel fare sistema sempre più invocato. Particolare, certo, perché l’obiettivo sono gioielli d’arte. Particolare anche il filo conduttore, il mare. I gioielli del mare. Il mare che unisce è una mostra itinerante, ideata e coordinata da Maria Dolores Morelli docente e da Bianca Cappello storica e critica del gioiello. La prima tappa è stata alla Babs Art Gallery di Milano.
Da vedere una quarantina di gioielli, pensati o realizzati da studenti di scuole d’arte, coordinati dai rispettivi docenti, nei quali il mare ha fornito ispirazione e materiali. Diverse le fasi di attivazione degli istituti coinvolti. Gli studenti del Dipartimento di Architettura e Disegno industriale Unicampania, sotto la guida della Professoressa Morelli, hanno disegnato i progetti che gli studenti dell’Accademia Galdus Orafi di Milano (foto al centro) hanno interpretato e tradotto in gioielli, impreziosendoli con perle e coralli, forniti dagli scarti di due laboratori di Torre del Greco (foto al centro). Tra questi anche degli occhiali in argento e perle. Un’iniziativa quindi che, oltre a unire, si riallaccia al tema della sostenibilità e del riciclo. Tra l’altro il progetto, pensato prima della pandemia, prevedeva l’incontro tra gli allievi delle diverse scuole, che non è stato possibile organizzare. Sempre da Torre del Greco, dagli studenti dell’Istituto Superiore Degni, provengono orecchini pendenti, spille, collane con argento, perle e cammei di conchiglia, tipici del luogo. Gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna hanno creato collane e anelli in ottone, bronzo e argento, decorati e impreziositi con scarti di lavorazione del corallo, della madreperla, dei cammei di conchiglia, ma anche con piccoli sassi. E hanno utilizzato la tecnica del mosaico, per cui è famosa Ravenna (foto in alto). Uniti quindi, ma conservando ognuno le tradizioni del territorio.
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