Sono molte di questi tempi le iniziative umanitarie e benefiche basate sul fare sistema. E il mondo dello spettacolo è spesso coinvolto. Così l’evento di questa sera al Teatro Parenti di Milano. Anche se la protagonista è Milva, scomparsa un anno fa. Ma la sua eredità di sentimenti e generosità è stata raccolta dalla figlia Martina Corgnati, che ha creato, tra l’altro, una fondazione di studi sull’arte medioevale con sede nella casa dove abitava la madre. Dalla stessa eredità etica è nata l’idea di un’asta benefica con gli abiti che Milva ha indossato nei suoi spettacoli e che lei concepiva come parte integrante delle sue prestazioni artistiche.
Sono trenta modelli firmati dai nomi più importanti della moda italiana, Armani, Ferré, Gattinoni, Gai Mattiolo, Versace e verranno battuti all’asta da Cristiano De Lorenzo, direttore generale di Christie’s Italia, dopo lo spettacolo Milva icona di stile, un’arte per la cura. Condotto dal regista Pino Strabioli vede la partecipazione di Martina Corgnati e del musicista e cantante Giovanni Nuti, che con Milva ha lavorato in diverse occasioni tra le quali Milva canta Merini del 2004, con le poesie della poetessa, con cui Nuti ha collaborato per 16 anni. L’introito della serata sarà devoluto al progetto RiCuCi, Ricrearsi e Curarsi con il Cinema. Curato dall’Associazione Qualia, convenzionata con l’Università di Pavia e l’Ospedale milanese di Niguarda, e MediCinema Italia che da anni operano insieme per neuroscienze e cineterapia, per creare luoghi di cura con l’arte. Un modo per aiutare a vivere meglio le persone fragili con disturbi cognitivi dovuti all’età e chi le assiste. Un problema che, data la durata della vita media in rialzo( A Milano ci sono 670 ultracentenari. La demenza colpisce il 5% delle persone dai 65 anni in su ed è in aumento) è sempre più grave, come ha spiegato la professoressa Gabriella Bottini docente a Pavia e neuropsicologa a Niguarda, che ha curato per dieci anni Milva. Non ci sono farmaci per questo tipo di malattie, mentre arte e cinema possono aiutare la persona malata e chi le sta intorno a vivere meglio. E soprattutto a restare la persone che è stata. Un’iniziativa questa, come hanno ricordato i relatori alla presentazione dell’evento, in linea con l’etica di Milva, sempre impegnata socialmente.
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