Sono ben 54 quelle che accolgono chi entra alla
Triennale di Milano, da oggi al 4
dicembre. Un fitto bosco di mani in ceramica alte 50 cm. ognuna con una storia
da raccontare. La base è unica, lineare, essenziale, disegnata da Mimmo
Paladino. Su questa hanno lavorato 54 artisti, designer, architetti italiani e
stranieri. L’ispirazione è molteplice, la creatività ai massimi, il risultato
diversificato e straordinario. Non a caso il progetto si chiama Normali
Meraviglie. Molte le idee rivelatrici del talento e del campo creativo
dell’autore. Come la mano-casa in
costruzione dell’architetto Michele De Lucchi (in alto a sinistra) o la mano con colletto e
serpentone in tessuto dello stilista Antonio Marras. Una scritta aerea per
l’eclettico Gillo Dorfles. Una nuvola strana per Dario Fo, ultima sua opera. Il
gusto per l’assemblaggio e le geometrie caratterizza la mano di Lucio Del
Pezzo. Per altri l’ispirazione è a ruota
libera. Come per le chiavi in mano di Concetto Pozzati. Interpretazione
coltellino svizzero per Johnny
Dell’Orto, regista, sceneggiatore, creativo polivalente (in basso a destra). Patchwork di amuleti
per Annarita Serra, artista che usa materiali di recupero (in basso a sinistra). Lavori in corso con omini rossi per Aldo Cibic. E’ in un blocco di ghiaccio la mano di Piergiorgio
Robino, ideatore del collettivo d’artisti Nucleo. Dietro le mani (tra le altre
di Alessandro Mendini, Patricia Urquiola, Ettore Spalletti, Marco Lodola, Andy
(Bluvertigo), Massimo Iosa Ghini) l’iniziativa
della fondazione Sacra Famiglia, onlus
creata nel 1896 per l’assistenza a persone con gravi disabilità e ad anziani
non autosufficienti. Con la finalità proprio di dare una mano. A ogni opera corrisponde un biglietto in vendita a 950
euro. Ma solo con l’estrazione durante il charity
dinner del 3 dicembre, nel Salone d’Onore della Triennale, verrà fatto
l’abbinamento. Il ricavato, ovviamente, va alla Fondazione.
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