venerdì 4 novembre 2016

IN CHE MANI SIAMO?


Sono ben 54 quelle che accolgono chi entra alla Triennale di Milano, da  oggi al 4 dicembre. Un fitto bosco di mani in ceramica alte 50 cm. ognuna con una storia da raccontare. La base è unica, lineare, essenziale, disegnata da Mimmo Paladino. Su questa hanno lavorato 54 artisti, designer, architetti italiani e stranieri. L’ispirazione è molteplice, la creatività ai massimi, il risultato diversificato e straordinario. Non a caso il progetto si chiama Normali Meraviglie. Molte le idee rivelatrici del talento e del campo creativo dell’autore. Come la mano-casa in costruzione dell’architetto Michele De Lucchi (in alto a sinistra) o la mano con colletto e serpentone in tessuto dello stilista Antonio Marras. Una scritta aerea per l’eclettico Gillo Dorfles. Una nuvola strana per Dario Fo, ultima sua opera. Il gusto per l’assemblaggio e le geometrie caratterizza la mano di Lucio Del Pezzo. Per altri l’ispirazione  è a ruota libera. Come per le chiavi in  mano di Concetto Pozzati. Interpretazione coltellino svizzero per Johnny Dell’Orto, regista, sceneggiatore, creativo polivalente (in basso a destra). Patchwork di amuleti per Annarita Serra, artista che usa materiali di recupero (in basso a sinistra). Lavori in corso con omini rossi per Aldo Cibic. E’ in un  blocco di ghiaccio la mano di Piergiorgio Robino, ideatore del collettivo d’artisti Nucleo. Dietro le mani (tra le altre di Alessandro Mendini, Patricia Urquiola, Ettore Spalletti, Marco Lodola, Andy (Bluvertigo),  Massimo Iosa Ghini) l’iniziativa della fondazione Sacra Famiglia,  onlus creata nel 1896 per l’assistenza a persone con gravi disabilità e ad anziani non autosufficienti. Con la finalità proprio di dare una mano. A ogni opera  corrisponde un biglietto in vendita a 950 euro. Ma solo con l’estrazione durante il charity dinner del 3 dicembre, nel Salone d’Onore della Triennale, verrà fatto l’abbinamento. Il ricavato, ovviamente, va alla Fondazione. 

Nessun commento:

Posta un commento