Chissà quanti spunti, parlando con Paolo Luban, avrebbe
trovato Giovanni Nuvoletti per Elogio della cravatta quasi un best seller
negli anni Ottanta. Perché questo signore, svizzero di Ginevra con un curriculum
super nell’alta finanza, ha creato un marchio di cravatte Loïc et gil, dai nomi dei due
figli. “Mi ha sempre interessato la moda, il design e l’arte” spiega Luban che
è un competente collezionista di pittura astratta, di Arte Concreta soprattutto.
“Per il mio mestiere ho sempre dovuto portare la cravatta, e avevo difficoltà a
trovarne che mi piacessero. Nella moda maschile italiana c’è un’evoluzione negli
abiti, una ricerca di originalità nelle scarpe, mentre le cravatte restano
legate a vecchi codici. L’eccellenza del made in Italy riguarda i tessuti e la
confezione, ma non i disegni. C’è uno squilibrio fra l’importanza oggettiva
dell’accessorio e la trascuratezza a livello di proposte”. Nella sua collezione
prevalgono i colori e le forme geometriche, non c’è niente di figurativo. E non
solo per una personale preferenza. “Il disegno figurativo richiama troppo
l’attenzione, che invece deve essere spostata sugli occhi”. Anche i colori sono
fondamentali, devono adattarsi alla combinazione camicia-abito e quindi alla
stagione, ma pure agli occhi, all’incarnato, ai capelli. “Perché la cravatta è
una superficie a pochi centimetri dal viso”. Per questo i disegni sono una
dozzina, ognuno con da 6 a 8 varianti di colori. Quanto al nodo, Luban è un sostenitore del Four in hand, piccolo e non
a triangolo come il preferito dagli inglesi. “L’asimmetria dà più dinamicità” sostiene.
Dato che la cravatta deve arrivare a 8 cm dalla cintura, una lunghezza unica
non si adatta a tutti. I suoi modelli sono di 150 e 160 cm. per stature, pance,
colli diversi. Molte informazioni sono nel sito www.loicetgil.com che è anche il punto vendita. Ma sono nei programmi a breve scadenza aperture
a Ginevra, Londra e Parigi. Anche se l’on line si addice di più
all’internazionalità del marchio, non a caso i modelli hanno nomi maschili di
tutte le provenienze: Samir, Riccardo (nelle foto), Jules, Vladimir. Inevitabile la domanda
sul numero ideale di cravatte per l’uomo elegante. “Venti, per aver modo di cambiarle
e non solo per un fatto estetico, ma perché le cravatte sempre annodate si
rovinano”. E una curiosità su introdurre il papillon in collezione. “Non
nell’immediato futuro. E’ un problema di estetica, l’uomo con la cravatta è più
armonico”.
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