martedì 5 maggio 2015

IL CIBO E' IN SCENA


C’è chi sostiene che c’è un’affinità tra cucinare e preparare uno spettacolo. In entrambi i casi si lavora intensamente 
( per ore nel primo caso, per settimane o mesi nel secondo) e in pochissimo tempo (minuti o ore) il risultato si esaurisce.  Ci sono teatranti professionisti che sono diventati  ristoratori.  E non solo perché lo show cooking è ormai una forma di spettacolo e gli chef sono i nuovi maître-à-penser. Per alcuni il linguaggio teatrale ha allargato il vocabolario con le parole legate al cibo. In fondo le grandi tavole del passato sono state una prima forma di rappresentazione scenica.  Il rapporto fra teatro e cibo è il soggetto del dossier dell’ultimo numero di Hystrio, trimestrale di teatro e spettacolo, in edicola in questi giorni. Curato da Claudia Cannella, direttore della testata, e Laura Bevione, analizza l’irresistibile e atavica attrazione tra i due elementi. Particolarmente d’attualità in questo momento di Expo, dedicato al nutrire il pianeta.  Filo conduttore  la curiosità e la voglia  di scoprire aspetti nuovi e ignorati del teatro ma anche l’esplorazione di inedite chiavi di lettura. Nessuna caduta nel didascalico,  ma una grande attenzione al contemporaneo anche come filtro per i classici.  Dal Falstaff per l’incontro tra cibo e lirica   alle performance di Marina Abramovic o Vanessa Beecroft per quello fra cibo e arte.  Dai festival intorno a questo tema alle recensioni gastronomiche in cui uno spettacolo è trattato come un piatto. Interessanti le testimonianze.  Giuseppe Battiston (v.foto in alto)parla del suo ottimo rapporto con il cibo e come questo, intrecciato alla passione per il teatro, abbia condizionato la sua vita. Al contrario Paolo Poli (v.foto), indifferente all’argomento,   racconta la sua esperienza  di voce recitante per l’audiolibro di Pellegrino Artusi.  A chiudere il dossier un dettagliato elenco delle compagnie teatrali che hanno fatto del cibo il soggetto dei loro spettacoli, numerose in Italia, specie al nord,  e rare all’estero. E un articolo sui testi teatrali che usano la tavola come provocazione,  contro la compulsione al consumo e lo spreco della società occidentale.  Di cui ottimo esempio è  Note di Cucina  di Rodrigo Garcia,  da oggi al 31 maggio ,all’Out Off di Milano.    

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