lunedì 25 maggio 2015

ALEJANDRO E LA MONTAGNA SACRA


Sono dipinti informali con tratti ora decisi e forti, ora sfumati e imperfetti. I colori sono svariati, ma tutti presenti in natura, soprattutto per chi sa guardarla con un certo occhio, come quello dell’autore, Alejandro Fernandez. Sono da vedere a Milano, sia alla Fabbrica del Vapore fino al 21 giugno, sia alla Hernandez Art Gallery di via Copernico, fino all’11 giugno. In ogni lavoro ci sono parole scritte a mano, caratteristica di questo momento del suo percorso artistico. Classe 1969, di Ayacucho, piccolo paese tra le Ande peruviane, Fernandez nonostante viva da dodici anni in Italia, dove è venuto dopo gli studi di Belle Arti in Perù e da dove spesso si è mosso per rassegne collettive e personali, mantiene un fortissimo legame con la sua terra. Si ispira, infatti, alle sue montagne, chiamate Apu dagli Inca che le considerano sacre. Ne prende la luce, appunto i colori, 
lavora con le simbologie che raffigurano il passare del tempo.  Non è un caso che la mostra sia alla galleria Hernandez che vuole tenere viva la cultura e le tradizioni peruviane e farne conoscere le interpretazioni artistiche. Come ha spiegato al vernissage il console generale del Perù, José Ramiro Silva Delgado, appassionato d'arte e mecenate, tanto da aver adibito due sale del consolato a esposizioni. Interessante l’attenzione data alla contaminazione tra forme d’arte durante le due inaugurazioni. Così alla Fabbrica del Vapore  c’è stata una performance durante la quale artista e pubblico battevano su grandi sacchi di iuta pieni di sabbia, simbolo della terra e del raccolto.  Mentre alla Galleria Hernandez una danza con costumi, musiche e suoni tipici Inca ha fatto da cornice a Fernandez intento a creare un nuovo dipinto.   

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