giovedì 13 febbraio 2025

LE LUCI DELLA LUNA

Si può parlare di arte e di artisti del Duemila o, meglio ancora, del Terzo Millennio? Il pensiero va immediatamente alle installazioni video, alla realtà aumentata, alle performance virtuali. Le opere di Louisa Gagliardi non rientrano in questo genere, eppure sono l’espressione più autentica di una nuova arte visiva. Non lo si capisce subito entrando nel salone del MASI Museo d’arte della Svizzera italiana di Lugano dove la mostra Louisa Gagliardi. Many Moons è aperta al pubblico dal 16 febbraio al 20 luglio. Ma basta avvicinarsi agli enormi quadri e leggerne titolo e soprattutto caratteristiche tecniche per rendersene conto.  

                        




Le opere dell’artista sono il risultato di un lungo procedimento. Gagliardi parte da un disegno al computer, elaborato quindi digitalmente, che poi stampa sul vinile dei dipinti.  Quindi su questo vinile, teso su un telaio, apporta i dettagli, trattati, come dice la curatrice della mostra Francesca Benini, "in modo maniacale", ovviamente nel senso più positivo del termine . Con rifiniture di vernice, gel, glitter, anche smalto per le unghie, per dare lucentezza, per esempio, agli occhi di certi personaggi. Scene apparentemente normali e quotidiane, se osservate meglio, diventano surreali.  Come Green Room (foto al centro) con l’immagine  di una sala dove uomini e donne giovani distesi su divani hanno l’aria accigliata e annoiata e non comunicano tra loro. A guardarli bene sono figure mostruose, parte dei divani stessi. E anche i due cani sul retro, entrambi tenuti al guinzaglio da invisibili padroni, compaiono da una finestra sul giardino, e invece sono dipinti, inseriti nel dipinto. C’è una stanza, dove i visitatori entrano, dove tutto è un trompe-l’oeil, dalle figure in piedi sulle pareti, che forse aspettano qualcuno, alle poltrone dove qualcuno ha dimenticato una camicia, un orologio, delle monetine (foto in basso). Anche qui c’è un cane. Svariate le immagini con gli uccelli, come molti i riferimenti a una natura spesso matrigna, o in conflitto con una civiltà che la mortifica,  come nel caso di Swamped dove un’auto sta per essere sommersa dall’acqua con intorno gli aironi. Interessante, nella stanza dei "Grandi Dormienti", i riferimenti nelle posizioni all’arte classica,  che svelano la preparazione culturale di Gagliardi, ricevuta fin da bambina (foto in alto). Come ha detto la curatrice, nei suoi quadri viene voglia di entrare, per quelle emozioni e quelle riflessioni che suscitano. Ben studiate le parole Many Moons del titolo. Solo apparentemente di fantasia, in realtà raccontano  i mille significati che ci sono dietro a ciascuna opera, il rapporto con la natura, quell’atmosfera tra il misterioso e il quotidiano-famigliare e  il richiamo alla luce della luna. E anche a quella dello schermo, da cui tutto nasce.  



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