Per la moda la cornice è importante, ben dispone il pubblico. Con riserve però. Oggi, per esempio, ha aperto la seconda giornata della Milano Fashion Week la sfilata di Luisa Beccaria. Indirizzo scelto Casa Cipriani, l’imponente palazzo all’angolo di Corso Venezia e Via Palestro. Pubblico intorno ai tavoli delle sale all’ultimo piano o sulla terrazza, ben riscaldata dalle stufe tipiche dei dehors milanesi. Difficile non distrarsi dagli abiti di fronte a uno dei migliori skyline della città: davanti il verde intenso dei Giardini Pubblici con il Museo di Storia Naturale, sulla sinistra le nuove architetture del Centro direzionale, Bosco Verticale compreso, in linea diretta la svettante Torre Rasini, audace progetto di Giò Ponti ed Emilio Lancia. Tanto più che le modelle camminano lente dati gli abiti in prevalenza da sera, alcuni con strascico. Forte la tentazione di spostare l’occhio dall’azzurro tipico della stilista a quello inframezzato di grigio del cielo.Una collezione comunque notevole, dove sartorialità e cura dei dettagli vanno di pari passo con eleganza di tessuti e stampati. Sete e chiffon, con flash: di velluto per il completo pantaloni, di tweed per la giacca, di maglieria da sovrapporre all’abito di seta, per una serata cosy chic.
Tutta un’altra storia (di colori) da Khrisjoy, marchio giovane che s’ispira a Milano e veste donne “che rivendicano la loro personalità”. Appunto con colori pop, volumi couture, giochi di grafica, motivi di fiocchi (foto in alto). Importanti, ma diversi i colori di Gianluca Capannolo, marrone, blu, burgundy i principali. As usual la collezione, omaggio ad Anouk Aimée e al suo personaggio nel mitico film Un uomo e una donna, è studiata per essere perfetta addosso, pur nei tagli inconsueti. Vedi la varietà di colli negli abiti. Strepitoso l’abito rivestito di piume vere colorate che formano rettangoli (foto al centro). Il colore non è una novità da Alabama Muse. La stilista Alice Gentilucci, per anni redattrice di moda a Vogue Italia, fa rivivere lo spirito dei servizi fotografici nella sua presentazione ambientata da un parrucchiere. Le modelle indossano ovviamente pellicce “in morbido pelo che simula il manto animale” (plastica riciclata prodotta in Giappone e lavorata da veri pellicciai, interamente in Italia) con diverse forme e colori, dal maculato al visone tinta naturale, alla mongolia(?) rosa shocking. In mano hanno una copia di Vogue aperta sulle pagine del servizio ispiratore del loro look. Lo "speciale" film s’intitola Girls! E’ possibile rievocare un libro, o meglio una fiaba, attraverso una piccola collezione di abiti? Chichi Meroni per L'Arabesque dice di sì ed ecco il fiocco come la rosa che il Petit Prince si stringe al petto, la gonna con la stampa a campo di rose o marrone come il manto della volpe che il piccolo protagonista incontra.
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