Roy Lichtenstein, per i più è noto per le immagini con fumetto. Ma chi l’ha conosciuto bene come Gianni Mercurio, specialista di arte americana, sa che il maestro della Pop Art non era contento di essere identificato così. E ne aveva ragione. Lo si scopre in Roy Lichtenstein. Variazioni Pop la mostra a lui dedicata per i cent’anni dalla nascita a Palazzo Tarasconi, a Parma.
Patrocinata dal Comune di Parma, è stata curata, appunto, da Gianni Mercurio. Da vedere più di cinquanta opere, per la maggior parte serigrafie e litografie dagli anni 60 in poi. I temi sono molteplici, come svariate sono le tecniche utilizzate. Sperimentazioni, collages con metallo, tessuti, plastica. La mostra si apre con la serie dei suoi atélier, dove è anche presente lui stesso. Prosegue con gli still life di oggetti, che richiamano il mondo pubblicitario e in cui l’ironia è il filo conduttore, confermato dai titoli. Dal tacchino Shopping bag, a Sandwich e soda, al più famoso Hot dog. Ed è qui che emerge come la sua arte sia basata sugli effetti della percezione visiva. “Comprensibile in una società che a partire dagli anni 60 è stata progressivamente pervasa dal potere dell’immagine”. Continua con i ritratti-fumetti tra cui la Crying girl del 1963. Quindi prosegue con una serie meno nota, ma ancora più interessante, in cui l’artista affronta tutte le tematiche pittoriche, riallacciandosi alle avanguardie del 900, ma non solo. Dalla rivisitazione delle Ninfee di Monet allo Still life con Picasso, ai Landscape con orizzonti sconfinati, dove prevalgono le geometrie. Fino alle riproduzioni d’interni che evocano il piacere del dettaglio dei fiamminghi. Qui le righe sono protagoniste come nella Statua della libertà. Ecco poi le nature morte dove c’è spesso un’uniformità di colore o l’inserimento di un elemento a sorpresa. Per finire con i famosi puntinati, tra cui i nudi di donna. La mostra, aperta oggi, chiude il 18 giugno e inaugura un ciclo dedicato all’America (a settembre ci sarà Keith Haring). Un’ottima occasione per visitare Palazzo Tarasconi nel centro storico di Parma, al 37 di Strada Farini. Costruito nel XVI secolo ha straordinari affreschi nella sala all’ingresso e, ancora da restaurare, nella sala Ipogea, al piano sotterraneo, dove è allestita la mostra.
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