Sembra impossibile che una scarpa possa continuare a essere un modello di punta per cinquant’anni. Succede a Cleo l’iconico sandalo di Caovilla, creato nel 1973. Oggi, lo si è "celebrato", nella sede milanese del brand, con una mostra di tutti i modelli nei vari anni, tra cui un posto speciale per i cinque più rappresentativi di ciascuna decade. Molti diversi l’uno dall’altro, mantengono la costante del cinturino attorcigliato alla caviglia. Ispirato a René Fernando Caovilla da un bracciale a forma di serpente, visto al Museo Archeologico di Napoli. Ce ne sono con i fiori, con elementi colorati, con le perline, con i pizzi, i ricami, le perle. Ha 680 brillanti quello di quest’anno che riproduce più fedelmente il primo Cleo, esposto al MoMA di New York. Un vero gioiello per cui servono cinque giorni di lavorazione a mano (nella foto un modello del 2020).
Una leggera e più mite farfalla caratterizza uno dei pezziforti della nuova collezione di Padovan. Un sandalo ha un’ala e accostato all’altro diventa una farfalla. E’ stato proposto come le altre scarpe, stivali compresi, sui piatti di tavole elegantemente imbandite nella deliziosa veranda del ristorante Cavoli a merenda. Un cavallo, blu con una criniera bionda che lo percorre tutto, spiccava nella presentazione della limited edition di AGL, realizzata con la stilista inglese Katie Grand e Kristen McMenamy, l’estrosa storica supermodella che ha introdotto i suoi cult (foto al centro). Oltre al cavallo, appunto, le catene per femminilizzare i texani e la rosa per le pump. Un legame con i cavalli anche da Birman, brand brasiliano che, in un salone pieno di fiori, ha mostrato una collezione tra il viaggio, il sogno e il mondo equestre. Particolari i tacchi a forma di corno in legno dipinto a mano. Tacchi alti e sottilissimi per gli stivali da amazzone con rivestimento in tessuto. Nessun animale, ma il riflesso e la luce sono il filo conduttore da Santoni. Può essere la fibbia pavé di cristalli o i cristalli degradé sulle sneakers o quelli che rivestono completamente il mocassino Andrea, dal nome del fondatore. E poi i colori lilla, nude, giallo, arancio, oltre ai più scuri ottanio e bordeaux. “Un abito può aiutare a connetterci con il mondo spirituale” per cui i capi diventano dei talismani. Questo è il pensiero di Lara Chamandi, libanese, nata ad Abu Dhabi, vissuta a Londra, che ora vive tra Londra e Milano. Qui ha creato il suo brand disegnato da Antonio Berardi, interamente made in Italy. Per presentarlo una distesa di sabbia azzurra da cui, come sirene, emergono le modelle. Un abito deve dare benessere, si deve avere piacere a indossarlo è l’affine Dopamine Dressing di Hanita, che propone colori energetici azzurro, arancione, celeste, viola, anche in accostamenti audaci, e per la sera molti flash di cristalli. Colori forti anche nella Street Couture di AnnaRita N che guarda agli anni 70, 80 e 90.
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