S’intitola Incolpevoli la mostra presentata da Isorropia Home Gallery nella Basilica di San Celso a Milano. Non d’immediata accezione, dal momento che fa riferimento all’omonimo romanzo in undici racconti di Hermann Broch. Dove lo scrittore partendo dalla piccola borghesia tedesca durante il nazismo, incolpevole di aver aiutato l’ascesa di Hitler, coglie l’occasione per parlare di etica nell’arte.
Il legame c’è e non solo nel senso che le opere dei due artisti Luca Coser e Piermario Dorigatti, entrambi docenti all’Accademia di Brera, sono in una chiesa. Ma anche di comprensione e di comunicazione, per cui l’arte in realtà non deve avere un significato preciso e tanto meno religioso. "L’arte non ha mai convertito nessuno" scriveva Broch . Le opere dei due artisti hanno in comune l’astrazione, giocata con gli accordi cromatici. Più forti in Coser, più sfumati in Dorigatti. Quelle di Dorigatti sono figure imperfette in campi colorati (foto in basso). Anche i titoli sono oscuri, per un voluto non riferimento alla realtà. Accanto ai tre oli su tela c’è un paravento dove l’accostamento di colori è esasperato. Coser sembra raccogliere maggiormente il riferimento con il luogo. Ed ecco i suoi Obliqui, uno in un tabernacolo, l’altro inserito in un confessionale. E poi i due ritratti, uno di S.Nazaro e uno di S.Celso a cui è dedicata la chiesa. Una coroncina di fiori sul capo, simbolo di spiritualità, vesti candide e poi il tocco d'ironia del sedile (foto in alto). Uno sgabello da bar per uno, una sedia da ufficio con rotelle per l’altro. Dettagli che diventano protagonisti. Da guardare e studiare senza porsi il problema di capire qualcosa di più della prima impressione. La mostra è aperta, con entrata libera, fino al 28 febbraio.
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