giovedì 5 marzo 2015

SORPRENDENTE DAVID



Ha rappresentato l’emblema del fotografo di moda, geniale, creativo,  sempre circondato da belle donne, con una vita sopra le righe, che si divertiva a parlare cockney negli studi delle riviste più sofisticate, per insistere sulle sue origini proletarie. Così tanto icona vivente da aver condizionato e spinto stuoli di giovani, chi con talento chi solo velleitario, alla professione di fotografo di moda.  Eppure David Bailey, pur avendo esordito e  acquisito notorietà per i  servizi su Vogue, non è diventato un mito per le pagine patinate, ma per la sua capacità di usare la fotografia in modo speciale. Che non si ferma alla descrizione  ma guarda oltre l’immagine. Non a caso si è ispirato a lui Antonioni per il protagonista di “Blow up”, che scopre e indaga su un delitto, ingrandendo  una foto. E la volontà  di approfondire, al di là della perfezione di luci e ombre, si nota soprattutto nei ritratti. Per questo è assolutamente da vedere la mostra “Stardust”, al Pac Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano dal 1° marzo al 2 giugno. Nelle oltre trecento foto, selezionate da Bailey, ce ne sono molte viste e riviste, ma che colpiscono come se fosse la prima volta che si vedono. Da  John Lennon e Paul Mc Cartney  alla splendida Jean Shrimpton, agli autoritratti (v.foto).Da un  incappucciato e giovanissimo Mick Jagger del 1964 a  Jack Nicholson nel 1984 con quel sorriso beffardo e un po’ inquietante alla “Shining”. O altre poco conosciute o inedite, come quelle che documentano l’incontro a Parigi di Bailey, Warhol, Dalì, tre geni all’apice, con un quasi selfie davanti allo specchio. O le foto di gente comune in Papua Nuova Guinea, in India, in Sudan, ma anche nell’East End londinese. O ancora i nudi di uomini con erezioni grottesche, di donne  sformate, di vecchie con seni enormi e cadenti. Immagini al limite del raccapricciante e in contrasto con le foto dei bellissimi  della sala prima, ma che fanno parte della stessa realtà.
La mostra, che proviene dalla National Portrait Gallery di Londra, fa parte delle iniziative per l’Expo ed è prodotta dal Comune di Milano e da Tod’s.  Il catalogo Skira ha una prefazione  di Tim Marlow,  storico dell’arte inglese  e direttore delle esposizioni di White Cube, una delle più famose gallerie di arte contemporanea di Londra.

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