venerdì 6 marzo 2015

GRAZIE MILLER


Come può il teatro di prosa continuare a essere  intrattenimento? A differenza dell’opera, del musical, del balletto che esistono solo sul palcoscenico, ha un temibile concorrente nel cinema, sempre più di livello  e variegato. E non solo, più i testi sono interessanti,  più si pensa di apprezzarli maggiormente leggendoli.Le formule sono due. Una è puntare su una regia e una scenografia dirompenti con il risultato di 
qualcosa più simile a un’installazione d’arte. L’altra, che comporta regia e scenografia più tradizionali, è quasi interamente affidata alla recitazione. Se non è buona è un disastro, ma se lo è può davvero scuotere le corde dell’anima. E’ il caso di “Erano tutti miei figli” proposto dal Teatro Stabile di Catania, di scena fino al 15 marzo al Teatro Carcano di Milano, dal 17 al 22 marzo al Teatro della Corte di Genova, dal 25 al 29 marzo al Teatro Verdi di Padova. Il dramma di Arthur Miller, di cui si celebrano i 100 anni dalla nascita, si centra sulla figura di un imprenditore senza scrupoli (Mariano Rigillo, nella foto in alto) che è riuscito a farla franca vendendo nella seconda guerra mondiale pezzi difettosi di aereo e provocando la morte di ventun piloti.  Tutto si svolge  nell’arco di due giorni nel giardino della famiglia. A poco a poco tra cose non dette, o volutamente ignorate, viene fuori l’orribile verità. Pubblicata nel 1947, la pièce ottenne diversi premi  e diventò nel 1948 un  film con Edward G.Robinson nella parte del cinico Joe Keller e Burt Lancaster in quella del figlio Christopher, la figura più positiva. Due ore di spettacolo in cui si è sempre con il fiato sospeso come per un thriller. Scenografia essenziale, curatissimi i costumi, specie quelli delle attrici, in perfetto stile Cinquanta, ma ognuno adattato  al personaggio. www.teatrocarcano.com

1 commento:

  1. Grazie della segnalazione Luisa....farò di tutto per andarlo a vedere!
    A presto, spero,
    Ori

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