martedì 22 ottobre 2013

SOGNO O PERFORMANCE?


Da un sasso  in  poliuretano,  che sembra caduto   al centro di un   settecentesco cortile, escono frammenti di discorsi ufficiali di  personaggi del Novecento, trasformati in canto da tenori e soprani. Di loro, dai buchi della roccia,  emergono ora i capelli, ora un braccio,  ora una gamba, più raramente un volto. Su uno scalone con passatoia rossa  un trombettista intona in jazz la militaresca Sveglia.  In un salone, con stucchi e affreschi, sulle pareti spiccano a sorpresa due immense tele contemporanee e in mezzo un ragazzo esce da un pianoforte. Mentre le sue gambe lo trasportano in giro, proprio come un girello, le sue mani arrivano alla tastiera e suonano l’inno alla gioia . In un altro salone  dieci  ballerini allineati creano un muro che a metà si spezza è dà vita a una specie di porta girevole umana . Un video racconta  di un condor  che segue il suono di un piffero. Un altro, un po’ inquietante,  mostra primi piani di pantere, fiere varie e zebre imbalsamate. Procedendo  c’è uno distributore di benzina  grigio, pietrificato.  Il tutto  tra soffitti affrescati e grandi finestre affacciate su un giardino. Se fosse un sogno potrebbe fare la gioia perfino del più mediocre analista freudiano. Ma è realtà, nel senso che si può vedere, le persone sono in carne e ossa, pianista nel pianoforte compreso. E’ Faulty Lines (letteralmente linee di faglia, fratture del suolo formatesi dall’incontro di due masse rocciose) mostra di Jennifer Allora(americana classe 1974) e Guillermo Calzadilla (cubano classe 1971) proposta dalla Fondazione Trussardi a Palazzo Cusani, da oggi fino al 24 novembre. E’ la prima volta che i due artisti, che formano una coppia anche nella vita (si sono conosciuti giovanissimi a Firenze), espongono in un’istituzione italiana. Il lavoro, che si potrebbe definire un’acuta metafora delle contraddizioni del mondo,  è ovviamente  un  site specific, studiato per il palazzo, scelto dal curatore della mostra Massimiliano Gioni.   Enorme, è intuibile,  il lavoro di casting, audizioni, prove che sta dietro, durato più di un mese. Se qualcuno  aveva ancora qualche dubbio su come in un’unica opera si possono intersecare, fino a diventare  complementari, linguaggi artistici diversi, qui ne ha un bell’esempio.  

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