Jole Veneziani nel suo atélier nel 1956 |
Un modello degli anni '60 |
Chissà se avrà lo stesso impatto in altre città europee e nel Far East, dove è destinata a spostarsi? Stiamo parlando della mostra “Jole Veneziani
Alta moda e società a Milano”, promossa dalla Fondazione Bano e dal FAI, che
inaugura oggi a Milano a Villa Necchi Campigli, dove sarà fino al 24 novembre.
Il dubbio non riguarda solo la cornice
speciale, la villa alto-borghese di Via
Mozart, ora proprietà del FAI, progettata da Piero Portaluppi negli anni ‘30.
L’ambientazione ricrea in pieno la Milano anni ’50
e primi ’60 dove si muoveva Jole Veneziani. Quella Milano, come ha scritto
Edgarda Ferri (nella monografia per la mostra “Le persone che hanno fatto
grande Milano” del 1980 )che dopo il 1968 divenne “una città più democratica, più
internazionale, meno tradizionalista, ma anche più distratta, più triste e più
crudele”. Jole Veneziani, pugliese di nascita ma milanese dai 6 anni di età, è
stata per anni il punto di riferimento dell’eleganza. Nel suo atélier si vestivano le signore dell’alta borghesia, oltre a
personaggi dello spettacolo come Anna Proclemer, Maria Callas, Elsa Martinelli,
Sandra Milo, Lucia Bosé, Joséphine Baker. Tutte immortalate nelle foto in
bianco e nero esposte in mansarda. Nel 1954 ebbe l’onore di “infiorare “, come si diceva allora, la prima
della Scala, creando le toilette delle donne più chic, fino allora appannaggio
di Balmain e altri couturier d’ Oltralpe. Fu proprio alla Prima del 1968, funestata dal lancio dei pomodori, che Jole
Veneziani si rese conto che l’epoca delle creazioni “uniche” era finita e si
doveva voltare pagina.
Molto creativo e centrato sul luogo, quindi
difficile da immaginare altrove, l’allestimento della mostra di Corrado
Anselmi, che è riuscito a valorizzare
gli abiti senza oscurare la casa e viceversa. I modelli, per lo più da cocktail
e da sera, rivivono su manichini che impersonano Adele e Livia, due signore intente
a preparare una festa, in piccoli quadri, quasi degli sketch. Dai saloni alle
camere da letto, ai sontuosi bagni fino alla stireria, dove i vestiti sono sul
tavolo, come in attesa dell’ultimo colpo di ferro. Nessuna didascalia, solo la
data di realizzazione dell’abito e le frasi
che avrebbero potuto dirsi le due
signore. In mansarda, oltre le foto, da vedere disegni di modelli, di cui si coglie
l’ attualità, copertine di riviste di moda e un video. Qui Jole Veneziani, con
i suoi incredibili occhiali, parla delle sue convinzioni, del suo concetto di moda
(“Non deve interessarle cosa si usa. Lei deve cercare di mettersi addosso un
abito adatto alla personalità”). Ne esce la donna “travolgente, forte ,leale,
che non si tirava mai indietro, di un’ambizione feroce, che sapeva quello che
voleva e l’otteneva” che ha ricordato Beppe Modenese. Con lei il presidente
onorario della Camera della moda fece i primi passi in quel mondo ed era con lei a quella sfilata di Firenze, del 1951, che decretò la
nascita dell’Alta Moda Italiana.
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