mercoledì 19 giugno 2013

MOTORE DI RICERCA


Lincredibile raccolto
Difficile trovare due volte all’anno un tema per una manifestazione di moda maschile. Che non sia troppo merceologico per disorientare i creativi, ma che non sia neanche troppo poco prammatico, per respingere gli addetti del business. Stiamo parlando di Pitti Immagine Uomo a Firenze. “Vroom Pitti vroom“ è la scelta di quest’anno. Che significa il piacere e la passione delle due ruote. Nel grande cortile della Fortezza esposte vecchie moto supertruccate, più artistiche che di utilità, sullo sfondo di banderuole al vento a ricordare la velocità. Non è difficile capire quindi che l’abbigliamento da motociclista con gli annessi e connessi è al centro dell’attenzione.  Non è  una tendenza così nuova, anzi. La si enfatizza con una certa ironia, e con  una strizzata d’occhio ecologica ai biker e al mondo della bicicletta. Meno aggressivo, meno rappresentato dal rimbombante titolo, ma più indicativo del crossover, vero trionfatore della manifestazione. Quel sapere mettere insieme stili e funzioni diverse. “Non sempre tutto è come appare”, potrebbe essere il filo conduttore-slogan di collezioni in cui ci sono capi chic e casual insieme, di colori  in contrasto, da inverno per l’estate. Fino ad arrivare quasi a degli ossimori. Il summerloden di Schneiders Salzburg in cotone e tessuto follato e in colori sgargianti. Le strigate e i mocassini di Patrick Cox per Geox  che da camoscio finiscono nella punta in vernice. Le giacche da smoking in spugna da Lardini o i suoi blazer completamente reversibili, sportivissimi da una parte, quadrettati habillé dall’altra. O ancora il tessuto Madras della camicia per la giacca sartoriale di Gabriele Pasini per Lardini. Le camicie apparentemente classiche di Eton ma con stampa pop e un Lenin in un angolo a sorpresa. Il nuovo teddy boy di Cucinelli con tessuti casual per abiti formali, dal taglio slim. Da completare con papillon in seta macro-Galles. O le calze con il jeans di Bresciani, per festeggiare i 140 anni del più universale pantalone. Sicuramente il Pitti ha dalla sua una città dove le location scenografiche non mancano. Come la mostra “Lincredibile raccolto” sul lino, con l’allestimento  del geniale  Hilton Mc Connico, nella già scenografica piazza Santa Maria Novella. Per capirne  le trasformazioni, gli impieghi, i mille usi, ma anche  per toccarlo, soppesarlo, per conoscere tutte le vicende  della filiera attraverso una quarantina di foto.  I saloni e la terrazza di Palazzo Corsini certo hanno aiutato il successo  della presentazione di Aquazzura,  marchio di scarpe disegnate dal colombiano Edgardo Osorio. Dalla performance di danza classica al video, dal tableau vivant delle ragazze in cyclette alle modelle con cappelli-scarpe, fino alla strepitosa esibizione di tip tap  di cinque provetti ballerini. A concludere la seconda giornata di Pitti la collezione donna di Damir Doma, trentenne croato di stanza a Parigi, che ha sfilato nei giardini di Palazzo Corsini. Capi puliti, con tagli  studiati anche se non sempre innovativi, in una buona scelta di tessuti, ma poco donanti. O forse  chissà l’atmosfera  connotata e fascinosa del luogo distraeva e toglieva identità agli abiti.

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