E’ piacevole sfogliare la
biografia “illustrata” di qualcuno, che
lo si conosca o no. Guardare le vecchie foto, riconoscere i luoghi, le persone. Individuare i
cambiamenti degli stili nel vestire, nel modo di vivere, negli arredi. In
questo senso il libro "B.M. Beppe Modenese Minister of Elegance" (Skira
editore), dà veramente
soddisfazione. Indipendentemente dalla
accattivante veste grafica, non a caso concepita e firmata dall’art director di
Vogue Italia Luca Stoppini. Ci sono tutti quelli che hanno “fatto” la moda
italiana con gli annessi e i coinvolgimenti internazionali. Per intenderci, dalle sorelle Fontana a Diana
Vreeland. E’ la storia di un personaggio, Beppe Modenese, ora presidente
onorario della Camera della Moda, che ha
creato il sistema moda italiano. Portandolo dagli inizi fiorentini,
fastosi ma ancora provinciali, a una risonanza
d’oltre oceano . Come dicono i testi di Giulia Crivelli, Franca Sozzani,
Suzy Menkes, John Fairchild , Cesare Cunaccia.
E come emerge nel racconto in
prima persona, curato da Roberta Filippini.
Vita privata e lavoro si mescolano, ma non si confondono. Il Ministro
della moda, come è stato definito dal Women’s Wear Daily nel 1983, rimane
sempre coerente a se stesso. “Buono non lo era certo” ha commentato a sorpresa
Franca Sozzani, alla presentazione del libro
“Mi faceva paura, mi metteva sempre in un angolo, mi ha regalato un cane
Topazio che era cattivissimo”.Il giudizio, anche se simpaticamente ironico,
è una testimonianza significativa per tracciare il
profilo del personaggio. Complici l’altezza, l’eleganza del fisico e dei
movimenti, il tono pacato, Modenese è un
uomo che mette soggezione. Ma questo suo essere intimidente è espressione di
un’autorevolezza autentica, con una base solida di valori e pertanto
rassicurante. Niente a che vedere con il contemporaneo e sempre più diffuso
“darsi delle arie”. Caratteristica per
lo più di personaggini mediocri per
ribadire una “piccola importanza” più capitata che conquistata.
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