A Milano, da Artestudio 26 (viale
Padova 26) si possono vedere ancora fino a domenica, ma è pensabile che presto
i lavori di Rosanna Prezioso saranno esposti in qualche altra galleria. Ora
sono in una mostra collettiva, che con il titolo “I volti della bellezza” raccoglie le opere di
quattro artisti, molto diversi tra loro.
E chi si stacca di più è Prezioso, almeno da ciò che si vede in questa rassegna. Gli altri, Bruna
Aprea, Tiziano Calcari e Mauro Albani rivelano uno stile e dei contenuti
precisi e identificabili, se pure ognuno
ricorda volutamente qualche maestro del passato. Prezioso, invece, presenta un percorso creativo. Si parte sempre da una base figurativa
e poi si procede con linguaggi ogni volta differenti che corrispondono a periodi differenti . Ci sono i fiori, stilizzati, dove il colore,
dello sfondo più che del fiore, gioca un ruolo determinante. I tratti sono
secchi, asciutti, come dei flash. Ci sono i lavori neopop mediterranei, come li
definisce Carlo Franza, il curatore della
mostra. Riecheggiano l’Andy Warhol dei
ritratti, ma l’affinità è troppo marcata e nello stesso tempo troppo idealmente
distante per parlare di rivisitazione. Di sicuro più interessanti e incuriosenti e,
per chi conosce l’artista, più rivelatori del suo modo di essere, i patchwork.
Sono il frutto di un mix di tecniche,
ognuna delle quali usata con passione. Si parte dalla fotografia di paesaggi,
architetture, persone, quindi l’immagine
viene elaborata al computer facendone risaltare aspetti e particolari. Le foto
vengono accostate, sovrapposte con
interventi pittorici e infine tutto l’insieme è unificato da pennellate di
colore forte. Dietro queste elaborazioni, con meticolosa ricerca del dettaglio,
si svela il passato da giornalista, addetta e attenta all’immagine, di Prezioso.
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