Si chiama Faccia a faccia la mostra omaggio a Ernst Scheidegger, nel centenario della sua nascita, al MASI (Museo d’arte della Svizzera italiana) di Lugano dal 18 febbraio al 21 luglio. Titolo perfetto per un’esposizione che non propone solo foto, ma racconta un periodo di grande fermento artistico, con quelli che ne sono stati i protagonisti. Il sottotitolo Giacometti, Dali, Mirò, Ernst, Chagall nomina solo alcuni dei grandi maestri che Ernst Scheidegger ha conosciuto e fotografato, anche con le loro opere e dei quali è riuscito nei suoi scatti a far emergere la personalità. La mostra, curata da Tobia Bezzola, direttore del MASI, e da Taisse Grandi Venturi, mette in risalto questo speciale sguardo dell’artista oltre alla sua poliedricità.
Nella sua lunga vita (è scomparso nel 2016) oltre che fotografo ritrattista e fotoreporter in giro per il mondo per l’agenzia Magnum, Scheidegger è stato, infatti, photo editor, grafico, designer, filmmaker, curatore di mostre e ha anche fondato una galleria. Il percorso espositivo è diviso in tre sezioni. Nella prima c’è una selezione di foto in bianco e nero, scatti privati e inediti dal 1945 al 1955, in cui si nota come l’autore stia cercando uno stile e, nello stesso tempo, il suo forte interesse per l’essere umano. Dai bambini cecoslovacchi per la strada al cortile di un carcere minorile, all’uomo con i palloncini o a quello che sta installando una scultura, ai ragazzi sulla giostra. Il secondo settore è dedicato al suo rapporto con Alberto Giacometti, conosciuto nel 1943, con il quale visse a Parigi e al quale restò amico fino alla sua morte. Oltre ai molti ritratti dell’artista nel suo atélier mentre lavora (foto al centro), ci sono le foto delle sue opere e anche un ritratto di Scheidegger dipinto nel 1959 dallo stesso Giacometti. Nell’ultima parte del percorso ci sono gli artisti fotografati nei loro studi e alcune delle loro opere. Oltre a quelli citati nel titolo, esponenti del modernismo svizzero e delle avanguardie storiche, astrattisti, architetti come Le Corbusier con i suoi disegni per Chandigarh, scultori come Marino Marini con i suoi animali, nell’ultima sala con la vetrata affacciata sul lago. In una stanza, all’inizio del percorso, da non perdere la proiezione del cortometraggio Alberto Giacometti, realizzato da Scheidegger tra il 1964 e il 1966, in cui l’artista è ripreso per le strade di Parigi e nel suo atélier, dove spiega come nasce un ritratto.
Nessun commento:
Posta un commento